Avezzano. Avvocati pronti ad un’astensione dalle udienze per 6 mesi. Questo è quello che rischiano i tribunali minori d’Abruzzo, in particolar modo le strutture giudiziarie di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto. Il rinvio della chiusura non è stata inserita ancora nel decreto Milleproroghe e per questo gli avvocati si stanno già mobilitando con iniziative mai viste prima in Italia.
I rappresentanti parlamentari eletti dagli abruzzesi sembrano non aver avuto la forza di portare avanti l’istanza di fronte a un ministro della giustizia non eletto dal popolo che dall’inizio si è messo di traverso sulla questione dei tribunali abruzzesi. Così gli avvocati sono pronti a un’astensione per sei mesi al fine di portare avanti la loro battaglia.
Non ci sono ancora emendamenti sui quattro tribunali. Le vie per l’approvazione sono due: la è quella convincere il governo a inserire autonomamente la proroga nel decreto. Bisognerebbe in questo caso convincere il ministro della Giustizia Marta Maria Carla Cartabia incontrandola e affrontando con lei la questione.
La seconda strada è quella parlamentare. Il milleproroghe prima di essere convertito in legge e sottoposto a un iter parlamentare durante il quale i parlamentari potrebbero inserire l’emendamento che potrebbe confluire in un unico maxi emendamento insieme a altre richieste che arrivano da tutti i parlamentari italiani. Ma il Governo draghi potrebbe porre un veto, chiedendo la “fiducia” e approvando il decreto originario senza il maxi emendamento. In quel modo anche la proroga dei tribunali finirebbe nel cestino. Insieme a tutte le atre proroghe.
L’ordine forense di Avezzano ha già programmato d’urgenza un’assemblea generale per il 4 gennaio, al Castello Orsini di Avezzano, in cui verrà approvata una serie di iniziative di protesta, tra cui quella dell’astensione dalle lavoro della durata di ben sei mesi. Si tratta di qualcosa che non si era mai visto prima.
Gli avvocati protestano perché l’intenzione del governo è quella di chiudere una struttura come quella di Avezzano che ha numeri di efficienza tra i migliori in Italia e accorparla al tribunale dell’Aquila già da settembre senza neanche che ci siano edifici in grado di ospitare una così imponente realtà come quella marsicana.
Ma non è finita. Sempre all’Aquila dovrebbe confluire anche il tribunale di Sulmona e anche in questo caso non si sa come e dove possa essere materialmente ospitato. Il tribunale dell’Aquila è già attualmente saturo da un punto di vista degli spazi, quindi non potrebbe mai accogliere due strutture che da sole sono più del doppio dello stesso tribunale.
Ma anche al di là dell’aspetto logistico, gli avvocati sono certi che questa situazione di precarietà che si troverebbero davanti con un eventuale accorpamento, genererà il caos totale, ingolfando la macchina giudiziaria e amministrativa che invece ora funziona a perfezione. Gli avvocati protestano anche perché la legge che aveva riformato la geografia giudiziaria è vincolata ad accorpamenti che non prevedano spese aggiuntive. “Come farà il governo”, si domandano gli avvocati, “ad accorpare sei tribunali in due senza sostenere nessuna spesa come prevede la legge?”.