L’Aquila. “Affinché il governo nazionale riconosca l’attribuzione di almeno un miliardo di euro l’anno per la ricostruzione è necessario che gli enti attuatori dimostrino di saper spendere le risorse dedicate alla ricostruzione già trasferite negli anni precedenti”. Questo il commento del presidente della Regione Abruzzo sulla vicenda della ricostruzione del capoluogo che sta tenendo banco in questi giorni. “Dal 2009 in poi il comune de L’Aquila mostra una sofferenza drammatica nella capacità di spesa”, ha spiegato Chiodi, “e questa sofferenza è evidente anche agli occhi attenti dell’amministrazione centrale romana. Questo non è un buon viatico affinché il governo si attivi celermente per finanziarie i prossimi interventi di ricostruzione. Negli ultimi incontri avuti a livello governativo mi è stata evidenziata la circostanza che in termini finanziari il Comune de L’Aquila ha registrato una giacenza di cassa al 31 dicembre del 2012 pari ad oltre 200 milioni di euro. A questo si deve aggiungere il dato dell’avanzo di amministrazione – sempre al 31 dicembre del 2012 – pari a 100 milioni di euro, di cui oltre 60 maturati nella sola annualità 2012. Questi dati sono stati confermati solo qualche settimana fa pubblicamente in occasione della approvazione del rendiconto 2012. La maggior parte di queste risorse sono quelle arrivate al Comune de L’Aquila dal governo centrale e dal Commissario Delegato per la Ricostruzione, finalizzate ad interventi di emergenza e di ricostruzione. Tale situazione mostra una evidente paralisi della macchina amministrativa comunale che, per ragioni comprensibili, crea più di un imbarazzo quando, come in questi ultimi giorni, ci si attiva per chiedere nuove e più importanti risorse. Dobbiamo evitare che il governo si ponga nella condizione di individuare ed erogare nuove risorse solo quando le precedenti saranno spese. Più che gesti eclatanti e corse affannate ad attribuirsi meriti di molte “vittorie di Pirro” sarebbe necessario che chi ha la responsabilità di guidare il comune capoluogo dell’Abruzzo si ingegni per spendere quanto ha in cassa. Corre l’obbligo di essere credibili: le battaglie e le proteste eclatanti si possono fare solo quando si ha la coscienza di aver fatto tutto quello che è nelle proprie competenze. E non mi sembra che oggi il Comune de L’Aquila, a meno che non abbia speso ed impegnato le succitate risorse dal 1° gennaio 2013 ad oggi, sia in tali condizioni. Inoltre, detenere dormienti sui conti di tesoreria e sui bilanci una quantità di risorse di tale livello, soprattutto quando cittadini, imprese e professionisti attendono di essere pagati da mesi, rappresenta una condotta molto discutibile, non solo per i motivi che ho appena ricordato, ma anche da un punto di vista semplicemente etico. Tanti, infatti, sono gli enti che non hanno più un euro in Italia e ricorrono sempre in numero maggiore ad anticipazioni del sistema bancario. Se il Comune de L’Aquila si trova in una posizione finanziaria così favorevole, ha l’obbligo di spendere e impegnare tutto entro l’anno corrente.
Il mio invito è pertanto quello di accelerare la spesa per gli interventi di ricostruzione, adottando anche atti deliberativi specifici, dare risposte immediate a chi attende pagamenti da molti mesi.
Solo imprimendo una spinta decisa alla spesa ci consentirebbe maggiore speranza che entro questo anno il governo possa prevedere per L’Aquila gli stanziamenti necessari a concludere la ricostruzione nei tempi che tutti noi speriamo.