Avezzano. Una “mala gestio” e la richiesta di risarcimento di quasi 19 milioni di euro. E’ stata avanzata dai legali del Consorzio acquedottistico marsicannno nei confronti di 24 gli ex amministratori del Cam, tra cui sindaci, ex sindaci della Marsica, amministratori e tecnici che si sono succeduti negli anni nella gestione e delle funzioni di controllo. Sono chiamati a rispondere personalmente per il recupero dell’imponente somma.
Si attende l’assemblea dei creditori, fase su cui ci sono gli occhi puntati e prevista per il 25 settembre, il Consorzio acquedottistico ha dato il via all’ultimo atto di quella che è stata descritta come “azione di responsabilità”.
Le persone accusate sono i componenti di tutti gli organi amministrativi e di controllo che si sono succeduti negli ultimi anni. Tra questi ci sono sindaci ed ex sindaci della Marsica, amministratori, e tecnici. Tra loro anche l’attuale consigliere regionale Mario Quaglieri, all’epoca sindaco di Trasacco. Si tratta di Gianfranco Tedeschi, Ettore Scatena, Pasqualino Tarquini, Berardino Franchi, Pasqualino De Cristofano, Danilo Lucangeli, Lorenzo De Cesare, Andrea Ziruolo, Luca Ciarlini, Giuseppe Venturini, Lucia Falcetelli, Paola Attili, Armando Floris, Mariano Santomaggio, Fabio Coglitore, Antonio Lombardi, Antonio Paolo Pagliari, Ferdinando Boccia, Antonino Lusi, Bruno Ranati, Giovanni Di Pangrazio, Dario De Luca, Mario Mazzetti e Quaglieri.
La mala gestio viene attribuita alle persone citate davanti al tribunale. A loro viene richiesto, a vario titolo, di rifondere alla società Cam la somma di complessivi 18 milioni, 791mila euro. Le accuse, che arrivano dai legali del consorzio acquedottistico e che sono tutte da dimostrare, parlano di “mala gestio”. Secondo il Cam infatti l’attività svolta dai tecnici è stata indirizzata a “un’analisi volta a ricostruire una serie di fatti di mala gestio e il loro impatto sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria del Cam nelle annualità dal 2008 al 2017”. Accanto all’analisi delle singole fattispecie di mala gestio, il Cam ha proceduto a “ricostruire in termini di competenza tutte le rettifiche patrimoniali effettuate in sede di approvazione del bilancio al 31 dicembre 2017”. Ciò ha consentito di evidenziare che sarebbe stato necessario “l’azzeramento del capitale e la necessità di rispettare gli obblighi imposti dalla legge o addirittura la messa in liquidazione della società, già dal 2012”.
L’azione è stata avviata a maggio scorso. Il consiglio di sorveglianza, composto da Alessandro Pierleoni, Felicia Mazzocchi e Tonino Mostacci, rispettivamente presidente e consiglieri della sorveglianza del Cam, hanno chiesto e ottenuto dall’assemblea dei soci di sostenere l’azione di responsabilità. Hanno descritto l’azione come “un atto necessario a tutela dei soci, della società e dei creditori perché eventuali risarcimenti saranno a vantaggio del patrimonio sociale del consorzio”. Se l’azione di responsabilità per accertare i danni patrimoniali causati alla società non fosse stata avviata dai soci, secondo il consiglio di sorveglianza, avrebbero potuto farlo altri soggetti, come previsto dalla normativa, con ripercussioni negative.
Il debito del Cam , secondo quanto stabilito dall’attuale governance, è arrivato a 120 milioni di euro che hanno portato a richiedere il concordato preventivo omologato. La situazione che si è venuta a creare nel corso degli anni dal 2008, sempre stando a quanto sostenuto dall’attuale governance, ha spinto il consiglio di sorveglianza a promuovere questa azione di responsabilità giunta alla fase della citazione agli ex amministratori che dovranno presentarsi alla prima udienza fissata davanti al Tribunale delle imprese dell’Aquila il 10 febbraio 2020. Il 15 ottobre 2018 alla sezione fallimentare del tribunale di Avezzano c’è stata la proposta di concordato preventivo in continuità e il piano concordatario.