L’Aquila. La Cgil lancia l’allarme sulla situazione della scuola in Abruzzo definendola ‘drammatica’. In particolare il sindacato ha denunciato nel triennio 2009-2011 il taglio in Italia di 87.359 docenti di cui 2263 in Abruzzo.
Per quanto riguarda poi il personale Ata in Italia si contano 43.559 posti in meno di cui 1062 in Abruzzo. Questi tagli hanno comportato per la scuola quasi 8 miliardi in meno a cui si devono aggiungere altri quasi 5 miliardi di euro previsti dal Documento di Economia e Finanza (Def) 2011. Cinzia Angrilli, segretario regionale, Cgil scuola, nel corso di una conferenza stampa, a Pescara, ha fatto notare che lo scorso anno in Abruzzo sono stati nominati di ruolo 77 docenti. ‘Si tratta pero’ – ha detto – di un fatto positivo solo in teoria in quanto sono molto inferiori ai tagli’. La rappresentante della Cgil ha aggiunto che nel trienno il Governo prevede in Italia 65mila immissioni in ruolo ‘un numero – ha detto – non sufficiente. In realta’ – ha sostenuto – nel 2011 – 2012 sono possibili centomila immissioni in ruolo (60.977 docenti e 38.334 personale Ata)’. Per la Cgil questa situazione ha provocato il taglio di specialisti di inglese nella scuola primaria, la riduzione del numero delle classi con un aumento degli alunni per classe, il taglio del numero dei laboratori, l’impossibilita’ di garantire la sicurezza nelle scuole e i servizi di pulizia, l’esubero del personale di ruolo, il licenziamento dei precari. Conseguenze analoghe anche in Abruzzo ‘nella scuola media – ha fatto notare Emilia Di Nicola, segretario Cgil scuola della provincia di Pescara – il rapporto alunni/classe e’ molto alto. L’offerta formativa e’ ridotta e ci sono poche classi a tempo prolungato. Per quanto riguarda la scuola superiore – ha aggiunto- la situazione e’ veramente tragica . Negli istituti tecnici, ad esempio, e’ stato ridotto l’orario delle varie discipline ed e’ aumentato il numero degli alunni per classi. Inoltre la riduzione del pesonale Ata ha costretto alla chiusura dei laboratori. Nella scuola dell’infanzia – ha sottolineato – assistiamo alla riduzione dell’orario e in quella elementare abbiamo poco tempo pieno. Sempre la scuola elementare – ha concluso – e’ colpita dal fenomeno degli insegnanti di ruolo senza sede’.