L’Aquila. Nell’aderire alla mobilitazione contro la guerra in Siria e contro un’eventuale estensione del conflitto ad altri paesi, la Cgil dell’Aquila intende rimarcare il valore prezioso della pace e la negazione delle armi quale mezzo per risolvere i conflitti tra i popoli, le nazioni e all’interno di esse. Quanto accade in Siria, dove l’uso dei gas contro la popolazione civile costituisce un crimine contro l’umanità che merita la censura della comunità internazionale, alla quale i responsabili dovranno rispondere, rappresenta certamente una pagina nera del nostro tempo. E tuttavia la tragedia siriana non potrà trovare una conclusione se non in una trattativa tra le parti che porti quanto prima alla cessazione del conflitto armato. Dunque ciò che preoccupa è l’eventualità che il conflitto che tanto dolore ha portato in Siria, lungi dal concludersi, possa estendersi invece ad altri paesi. Fuor di ogni dubbio, la Cgil dell’Aquila ribadisce la sua assoluta contrarietà all’intervento di altre nazioni (a cominciare da quello annunciato dagli Stati Uniti) e chiede al governo italiano di dimostrare con i fatti la sua contrarietà alla guerra, prendendo ogni decisione utile ad avvicinare una trattativa e una soluzione il cui presupposto sia il silenzio delle armi. Per la Cgil provinciale, che simbolicamente ha issato fuori le sue sedi le bandiere della pace, i conflitti in Medio Oriente non soltanto non troveranno soluzione se le parti in causa non siederanno al tavolo delle trattative, ma rischiano un allargamento e un’estensione con esiti imprevedibili. E’ per questo che al nostro governo chiediamo una posizione e delle scelte coerenti con l’obiettivo di assicurare la pace.