Avezzano. E’ di prossima apertura in città un locale notturno che nel nome richiama una nobile casata romana, profondamente legata al prosciugamento del lago Fucino. Non mi sembra che in Italia siano in vigore leggi che disciplinino i nomi dei locali pubblici, resta il fatto, però, che mi viene abbastanza difficile pensare che al comune di Firenze sia possibile chiamare un locale della movida utilizzando il nome dei Medici, tanto meno che a Roma si possano utilizzare in modo analogo e senza rimostranze i nomi Borghese, Orsini o Colonna. Perché allora ad Avezzano, nell’omonima e splendida piazza intitolata al Principe del Fucino, nessuno tutela ciò? Non è forse anche questa una sorta di tutela del patrimonio artistico? E’ un nome perfetto per un liceo, indicato se l’amministrazione comunale l’avesse usato per una biblioteca, una pinacoteca o qualcosa di simile, ma rimanere nell’indifferenza mentre qualcuno è libero di utilizzare il nome dell’unico uomo che ha portato a compimento la più importante opera idraulica dell’antichità, è un peccato ancor più grande di chi, con un furbo gesto di marketing, sia ricorso a questo sciacallaggio toponomastico di pessimo gusto.
Francesco Proia