Avezzano. Centro del riuso “targato” amministrazione Di Pangrazio: l’ex assessore all’ambiente, Roberto Verdecchia, ora nelle vesti di consigliere delegato, replica duro all’indirizzo all’ex sindaco, Gabriele De Angelis, “reo” di voler mischiare le carte e “rivendicare meriti che non ha, semmai colpe. Quelle”, sottolinea Verdecchia, “sui ritardi nella realizzazione del centro inserito nel contratto dalla prima amministrazione Di Pangrazio. Dimentica – volutamente – il resto, il rispetto degli obblighi contrattuali e il non aver attivato gli uffici, fattore non da poco per una persona che voleva rendere la “città bella” molto probabilmente attraverso il T-Red, il posizionamento del nuovo mercato nella parte nord della città e la “realizzata” opera di Piazza del Mercato, attraverso una sua futuristica opera. E qui mi fermo per non appesantire il disastro passato”.
Ma il contrattacco del consigliere-avvocato Verdecchia non si ferma qui. “L’ex sindaco non si rende neanche conto che”, sottolinea Verdecchia, “se ha appreso qualcosa di utile di pubblica amministrazione è stato con l’amministrazione Di Pangrazio 1, e lo ricorda talmente bene che è costretto a citare il contratto ripassato con l’attuale gestore del servizio nel periodo 2016-2017, ovvero prima della sua amministrazione alternativa”.
Poi il giudizio tranciante sull’operato politico dell’ex primo cittadino disarcionato a meno di due anni dall’insediamento. “Il fallimento di De Angelis”, precisa, “è sotto gli occhi di tutti. Mai nessuno in oltre 75 anni di storia della nostra Repubblica, nella città che tutti amiamo, era stato disarcionato dalla carica di sindaco dopo soli 23 mesi e pochi giorni: sfiduciato anche da parte di suoi consiglieri, resisi conto del personaggio a cui avevano affidato le sorti della comunità. L’uomo della “città bella” e’ riuscito in tale arduo compito per sua insindacabile dabbenaggine politica”.
Verdecchia punzecchia De Angelis anche per la rinuncia a ricandidarsi dopo la sfiducia. “Nella vita amministrativa di ogni amministratore”, conclude, “c’è chi realizza le opere nell’interesse della città (vedi le amministrazioni Di Pangrazio) e chi fa proclami (il defenestrato sindaco) ma non ha il coraggio e l’umiltà di ricandidarsi, né come primo cittadino e figuriamoci come consigliere. Troppo poco per chi ha ambizioni surreali e smodate. Si domandi perché i cittadini, una volta che l’hanno conosciuto (sempre sull’aspetto pubblico) hanno inteso prendere le doverose distanze e votare altrove. A volte darsi una risposta potrebbe essere un segno di intelligenza e di coraggio per il futuro, se si vuol ancora amministrare per il bene comune”.