Avezzano. Alla porta di via Treves, sede del centro di ascolto nato dall’asse tra il Comune, la Asl e l’associazione “Veronica Gaia Di Orio”, in un anno hanno bussato 302 giovani (uno ogni giorno lavorativo) con problemi legati alla depressione, l’alcol, le droghe e disturbi comportamentali: segno di una vera e propria emergenza sociale. Comune e Asl, consci del disagio crescente, soprattutto tra i giovani, certificato dagli operatori in un incontro a Palazzo di città, hanno rinnovato la convenzione con l’associazione per il servizio aggiuntivo al pubblico rivolto a giovani e famiglie di Avezzano e Marsica.
Il patto “anti-disagio” tra pubblico e privati declinato in centro di ascolto, quindi, andrà avanti senza sosta nella sede concessa in comodato d’uso gratuito dal Comune, in attesa della riattivazione dello sportello scolastico, sospeso per la pandemia.
Un’attività preziosa che, hanno sottolineato gli addetti ai lavori, non sostituisce i servizi pubblici, ma li supporta nel primo incontro, l’accoglienza e l’orientamento. I numeri e la mole del lavoro di quest’anno stanno lì a testimoniare la valenza del progetto: hanno chiesto aiuto 302 ragazzi; 200 per problemi di depressione, oltre 30 con situazioni collegate all’alcol, droghe o simili, più di 40 con problemi comportamentali, mentre sono arrivate decine di richieste di supporto terapeutico da parte delle famiglie. Enti e mondo del volontariato, quindi, continuano a operare gomito a gomito, con “l’obiettivo”, citando le parole del sindaco, Gianni Di Pangrazio, di “togliere tanti giovanissimi da una condizione di isolamento e restituire la bellezza di rapporti veri e umani”. Il distacco sociale, la tecnologia, la mancanza di relazioni e altri fattori legati alla pandemia, hanno innalzato in modo preoccupante l’esigenza di agire subito e bene a supporto delle persone, in special modo di quelle in fase di formazione.
“L’organizzazione mondiale della sanità”, ha sottolineato il professor Ferdinando Di Orio, già Rettore dell’Università dell’Aquila, “ha annunciato che nel 2030 la depressione sarà la malattia più diffusa. Ciò deve farci riflettere per agire con efficacia e determinazione sul fronte della salute mentale: Avezzano rappresenta un modello da emulare. Tanti Comuni ci stanno chiedendo di poter replicare l’intervento fatto nel capoluogo marsicano che rappresenta un ottimo esempio, quantomeno a livello regionale”.
In sala consiliare oltre al sindaco e al professor Di Orio, erano presenti l’assessore Maria Teresa Colizza -che ha seguito l’iniziativa fin dai primi passi-, la direttrice del dipartimento sanitario della Asl Rossella De Santis, i dirigenti del Comune, Maria Laura Ottavi e Antonio Ferretti, la professoressa Anna Maggi, la dottoressa Lucia Di Lorenzo, presidente e vice dell’associazione e la dirigente scolastica Veria Perez.