Tagliacozzo. È in crescente ripresa la tradizione delle compagnie di uomini e donne provenienti dal Cicolano, dalla Valle Roveto, da Corvaro e da vari territori della Marsica, che durante la settimana che precede la domenica intitolata alla festa della Trinità, attraversando il borgo antico di Tagliacozzo e cantando a squarciagola le strofe del celebre inno, si recano alla “Santissima”. La tradizione è sicuramente più che centenaria e ha sempre suscitato la commozione di coloro che assistono al passaggio dei fedeli: sia che essi vadano al celebre Santuario di Vallepietra, tra le ombrose faggete dei monti Simbruini, sia che ne facciano ritorno. I cortei sono sempre preceduti da un gonfalone sul quale è impressa l’immagine della Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo, che di solito è portato dai più giovani della comitiva, ed è oggetto della venerazione di coloro che assistono al passaggio. I più anziani invece sono le guide esperte tra gli impervi sentieri delle “Fossette di Verrecchie” e delle altre località montuose che il percorso prevede. Dopo le case della parte alta di Tagliacozzo, che rappresentano l’ultimo agglomerato urbano prima di immergersi nel tragitto più affascinante e verde del pellegrinaggio, i fedeli seguono gli antichi tracciati percorsi dai padri, dai nonni e dagli avi lontani che con semplicità e devozione si recavano alla Trinità per impetrare le grazie celesti. Molti anche facendo penitenza, magari a piedi nudi o con un solo tozzo di pane e abbeverandosi alle acque fresche dei molti fontanili sparsi nelle valli. Domenica è previsto, dal balcone della piccola chiesa sulla spianata del Santuario, il famoso “Canto delle zitelle”: il racconto della storia della Redenzione di Gesù cantato da tre fanciulle di Vallepietra. Una tradizione coinvolgente questa della devozione alla Trinità, che ha sempre accomunato, nel rispetto dei valori della religiosità popolare, l’Abruzzo e il Lazio. Anche quest’anno quindi Tagliacozzo è di nuovo attraversata dai pittoreschi cortei di uomini e donne che cantano a squarciagola il celebre ritornello: «Viva, viva, sempre viva! Quelle Tre Person Divine!». (v.g.)