Avezzano. Pillole d’Archivio di Istituto Luce Cinecittà, iniziativa a favore del centenario di Federico Fellini. Tutto il mondo del cinema si appresta a celebrare, il 20 gennaio 2020, i primi 100 anni del maestro riminese. Lui continua ad apparirci un bambino, e i suoi film a serbare l’incanto del loro primo apparire: in questa ricorrenza il cinema non festeggia solo un suo creatore, il più notorio regista italiano, e il più rappresentativo esponente nel mondo della figura stessa del regista, ma il cinema celebra se stesso.
Istituto Luce Cinecittà da qualche anno porta alla Mostra del Cinema di Venezia delle speciali storie di cinema, con le sue Pillole d’Archivio (a cura di Nathalie Giacobino, montaggio di Patrizia Penzo): piccolissimi film da un minuto o poco più, tratti dall’immenso Archivio Storico Luce, con la collaborazione di Rai Direzione Teche che ha concesso il materiale filmato, e Gaumont Pathé Archives – collection Gaumont, che accompagnano la Selezione Ufficiale. Salutate a ogni edizione dagli applausi, le Pillole hanno raccontato via via la Storia della Mostra, anniversari, mestieri della Settima Arte… ma mai un unico personaggio.
Questo omaggio non poteva che toccare a Federico Fellini in frames, una raccolta di 18 pezzi d’archivio che quest’anno, proprio con Venezia, danno il via alle celebrazioni di questo grande centenario. Tra le voci dei doppiatori italiani troviamo anche quella dell’attore abruzzese Corrado Oddi che ha collaborato in una delle Pillole. Si racconta la serata di presentazione del film La dolce vita al Festival cinematografico di Cannes con la giuria che consegna il primo premio, consistente nella palma d’oro a Federico Fellini.
“Vedere scorrere le immagini dell’epoca dell’archivio Luce Cinecittà ritraenti il maestro Fellini al festival di Cannes con la mia voce”, ha sottolineato Oddi, “mi riempie di orgoglio e mi commuove anche. Con la regista Nathalie Giacobino abbiamo trovato subito il ritmo e l’intonazione adeguata al filmato. Sono grato al Luce Cinecittà per avermi concesso questo privilegio.” Le pillole di Federico Fellini in frames ci restituiscono i lampi di quella magnifica invenzione, mista di sospette verità e parziali bugie, che è stata la vita nel cinema di Fellini. E restituiscono le capitali dell’arte cinematografica: Venezia, Cannes, la Los Angeles degli Oscar, e la città in cui avrebbe voluto vivere, Cinecittà. Su tutto, quel continente più vasto degli altri, in cui ancora ci muoviamo: l’immaginario che questo bambino di 100 anni sapeva e sa ancora contenere.