Celano. Scontro in consiglio sulla presunta incompatibilità del sindaco Filippo Piccone che da febbraio 2013 è onorevole. I consiglieri del Pd Antonello Di Stefano, Carlo Cantelmi, Aniceto Ciaccia, Calvino Cotturone, Nazareno Tiberi e Daniele Bombacino, hanno accusato il primo cittadino chiedendo spiegazioni sull’incompatibilità, e lui si è difeso precisando che a breve si adeguerà come previsto dalla legge. “È ufficiale la Giunta delle Elezioni della Camera, nella seduta del 27 giugno, ha definitivamente accertato che Piccone è il vero incompatibile ai sensi della legge n. 138 del 2011. Adesso deve rispettare la legge e scegliere: o Sindaco o Parlamentare”, hanno precisato i consiglieri di minoranza, “in realtà invitiamo il Sindaco Piccone non a scegliere tra le due cariche così come gli impone la legge, ma di rinunciare ad entrambe, liberando così la politica e il territorio da chi in questi anni ha fatto prevalere l’arrivismo personale sugli interessi della collettività, raccogliendo le indicazioni di migliaia di cittadini che si sono espressi nelle ultime tornate elettorali. “Sono anni ormai che anche Celano e l’intero comprensorio marsicano soffrono una crisi drammatica, basti pensare al problema occupazionale. Ma oltre al danno la beffa. Ci siamo trovati infatti, in una fase così delicata, ad essere rappresentati in Comune e in Parlamento dal “re degli assenteisti”. Il Sindaco-Onorevole Piccone ha infatti brillato nella sua attività politica per la sua assenza soprattutto nell’affrontare questioni prioritarie per la nostra comunità, oltre che per le innumerevoli promesse mai mantenute. La sua Amministrazione a Celano, la peggiore di sempre, ha praticamente portato il Comune sull’orlo del dissesto finanziario, con un forte carico fiscale sulle spalle dei cittadini e un sempre più cospicuo ricorso all’anticipazione di cassa, ovvero a soldi in prestito. A giugno il Comune ha sfiorato il debito di 1milione di euro. Tutto questo senza aver risolto nessuna vera emergenza: ex-Zuccherificio, Vepral, ricostruzione post-terremoto, servizi alle famiglie e alle imprese, servizi di urbanizzazione nei quartieri, sicurezza dei cittadini, rifiuti e gestione dell’acqua, agricoltura. È di questi giorni, inoltre, la chiusura a Celano del servizio di diabetologia. L’unica vera preoccupazione del Sindaco è stata la gestione clientelare dell’Ente, per garantirsi un consenso elettorale alle spalle dei cittadini. In Parlamento poi Piccone ha registrato un tasso di assenze del 75% (sest’ultimo in Italia), risultando assente anche alla votazione sulla sospensione dell’IMU e sul “Decreto Emergenze” che, tra l’altro, stanziava soldi per la ricostruzione post-terremoto. Non riesce a dedicare un minuto agli interessi di un territorio, ma rimane attaccato con le unghie e con i denti alle sue poltrone, contro legge. Questione di interesse! In ogni caso Piccone faccia innanzitutto quello dovrebbe essere più consono ad un parlamentare: rispettare la legge”. Pronta la risposta del sindaco Piccone che ha chiarito la sua posizione. “Sono contento che il Pd di Celano ogni tanto provi a fare politica anche se devo, per l’ennesima volta, prendere atto che, come al solito, arrivano in ritardo e parlano di cose ormai note”, ha spiegato il primo cittadino, “i loro interventi sono l’occasione per gettare fango sulle persone con argomenti sterili ed inutili che vanno ripetendo come una litania oramai da dieci anni. Sulla questione riguardante la mia incompatibilità non hanno di certo scoperto l’acqua calda, essendo la stessa già prevista da una legge dello Stato, alla quale nei termini e nei modi previsti mi adeguerò nel più completo rispetto e scrupolo, mettendo al primo posto, come ho sempre fatto, il bene della mia Città, alla quale devo molto. Il loro invito a dismettere entrambe le cariche lo posso capire in quanto sono persone alle quali piace vincere facile, purtroppo per loro, io faccio politica e continuerò a farla così come loro continueranno a fare opposizione, non avendo possibilità di prendere i necessari consensi per amministrare. E questo, anche se a loro non va tanto giù, è il sale della democrazia. Lo stato di salute, poi, in cui versa l’economia marsicana altro non è che la conseguenza di quello che sta accadendo a livello mondiale. Non è certo da addebitare ad una singola persona, sindaco o parlamentare che sia, o a partiti politici la responsabilità della crisi generale. Per quanto riguarda l’Amministrazione comunale, posso tranquillamente affermare che pur tra le difficoltà fisiologiche l’obiettivo primario è stato ed è tuttora il bene della nostra Città. Voglio aggiungere che il nostro Comune non è assolutamente sull’orlo del baratro, come si vorrebbe far credere, ma gode di una situazione di normale tranquillità come tutti possono constatare. Si vorrebbe strumentalizzare e far passare come illegale l’istituto dell’anticipazione di tesoreria del tutto legittimo e previsto dal legislatore nell’art 222 del decreto legislativo 267/2000. Vengo accusato inoltre dai Consiglieri comunali del Pd di essere la causa delle tante emergenze presenti sul territorio, alcune delle quali (vedi Zuccherificio) erano già in stato di avanzamento al momento della mia prima elezione a Sindaco. Sulla mia attività parlamentare ho sempre lavorato con coscienza, soprattutto consapevole di rappresentare la mia terra, come si evince dall’impegno profuso nel post terremoto e non ultimo per l’emendamento che porta anche la mia firma sulle fonti di energia pulita. Il provvedimento permetterà alle casse comunali di avere disponibili 100 milioni di euro in venti anni, una risorsa importante che sarà utilizzata per l’intera comunità con opere di urbanizzazione e riqualificazione nella nostra Città. Insomma, i consiglieri comunali del Pd continuano a fare una politica di rabbia e odio non capendo ancora, e qui mi viene da pensare che influisca una sindrome ai più sconosciuta, che questo comportamento li porta ad essere continuamente e sonoramente bocciati dall’elettorato”.