Celano. Partito Democratico e Rifondazione Comunista per una Unione Popolare che porti ad una proposta alternativa.
“Aprire i partiti, confronto e coinvolgimento democratico per ascoltare chi come noi vuole creare un
modello diverso di amministrazione da quello esercitato negli ultimi 15 anni”, questo l’invito dei segretari di circolo Calvino Cotturone e Vittoriano Baruffa che, durante la prima assemblea pubblica e popolare, è stato subito raccolto con entusiasmo dalla generazione dei più giovani.
Dalle parole si è passati ai fatti. Domenica 1 Marzo si è tenuta la seconda assemblea cittadina che ha visto coinvolti decine di giovani. Sono stati loro i promotori, i protagonisti, gli interlocutori. Vittorio Longo e Michele Palumbo, i primi ad intervenire, hanno toccato temi nobili quali la meritocrazia, l’importanza della partecipazione attiva alla vita politica, la costituzione. Per il suo primo intervento in pubblico invece Lucia Di Vito ha preso spunto da Pericle.
“Nella sala conferenze Raffaele Di Matteo, si è percepito quanta voglia c’è da parte dei ragazzi di voler dare un contributo affinché a Celano si cambi modo di amministrare. È emerso quanto non ci si senta rappresentati adeguatamente per quello che si merita. Stanchi di essere ancorati a promesse non mantenute per più di 15 anni. Stanchi di vedere lavori assegnati per chiamate dirette e non per concorsi pubblici. Opere limitate a poche aree e per di più non connesse fra loro, fatte solo per ego personale. Stanchi di chi ha deciso è limitato il futuro nostro e del paese in cui viviamo. Stanchi di chi, governando ha solo intimorito nuovi e vecchi investitori. Aggregare ancora di più è l’obiettivo che ci poniamo. Una Unione Popolare per tornare ad una politica che faccia gli interessi della comunità e non del singolo. Faremo altre assemblee pubbliche per dar voce al popolo. Noi non decideremo il futuro del nostro paese in tavoli ristretti a pochi intimi, ma intendiamo coinvolgere chiunque abbia a cuore il bene della nostra città. Un buon governo non può essere attuato con l’imperativo del potere del singolo”.