Celano. L’ingente patrimonio organistico italiano non gode di buona salute: le chiese sono diffuse capillarmente sul territorio e quasi sempre sono dotate di organo, ma spesso lo strumento non suona più o si trova in completo abbandono. Mancano i fondi per il restauro, mancano le idee e la sensibilità musicale, manca l’organista e l’organo resta muto. Il tempo passa, la gente se ne dimentica e si abitua agli strumenti elettronici.
Ma a Celano sicuramente non la pensano così e grazie alla intraprendenza e l’attivismo dei priori, succedutisi negli anni, e dei componenti della Confraternita della Madonna del Carmine, animati da tanta passione e devozione, la chiesa è tornata all’antico splendore e che l’organo costruito nel 1839 dall’artista Emilio Mampierj sarà restituito alla collettività più bello e funzionante, grazie ad un appropriato restauro in via di realizzazione.
L’intervento di riqualificazione è partito già da qualche tempo, ma per portarlo a termine il progetto la strada sarà lunga e le risorse economiche da reperire sono ancora tante.
Un contributo di 43.801,00 euro è stato erogato dalla Cei (Conferenza episcopale italiana), mentre la Fondazione Carispaq ha deliberato un contributo di 5mila euro.
Nel corso di una riunione tra i componenti del direttivo della Confraternita e i rappresentanti della Fondazione Carispaq, il Priore Nazzareno Di Pizio, accompagnato da Vittoriano Berardicurti e Antonio Contestabile, ha voluto ringraziare pubblicamente il presidente della Fondazione Domenico Taglieri, Nazzareno Mascitti e Ilio Nino Morgante per la vicinanza e per i preziosi suggerimenti ricevuti.
“Siamo fiduciosi”, ha dichiarato il priore Di Pizio, “che anche altre istituzioni e sponsor privati possano sostenere il progetto, che potrà dare lustro non solo alla chiesa della Madonna del Carmine, ma anche all’intera comunità di Celano”.