Celano. “Cos’è la riqualificazione urbana di quartiere? La riqualificazione è il rifacimento del manto stradale -tra l’altro fatto a tratti- e il rifacimento della segnaletica orizzontale? Questi sono lavori di manutenzione straordinaria e sono i lavori che ogni amministrazione uscente fa prima dell’inizio della campagna elettorale”.
A parlare è Vincenzo Torrelli, candidato consigliere nella lista civica “Per Celano” a sostegno del candidato sindaco Gesualdo Ranalletta.
“Se torno indietro con il tempo mi viene da pensare che gli unici lavori di riqualificazione urbana di quartiere a Celano sono stati quelli realizzati al rione Orto Presutti e Rione Vaschette nel 2004, nel mandato del sindaco Italo Taccone”, va avanti Torrelli, responsabile dell’ufficio tecnico e responsabile della sicurezza dell’Associazione Opera Santa Maria della Pace della Casa di Cura l’Immacolata, “qualche giorno fa l’amico candidato sindaco Settimio Santilli, al quale va il mio in bocca al lupo, ha dichiarato pubblicamente di voler far un nuovo piano regolatore che aiuti a risparmiare la risorsa suolo, al fine di non far versare l’Imu ai cittadini proprietari di terreni siti in aperta periferia. Una cosa del genere è inaudita. E il cittadino che ha pagato l’Imu su questi terreni, in tutti questi anni, che fa? Viene rimborsato?”.
“Per quanto riguarda la gestione delle strutture”, incalza Torrelli, “devono essere predisposti i bandi pubblici! Vanno bene anche gli affidamenti diretti ma basta che si rispetti la trasparenza con la rotazione dei professionisti e delle imprese!”.
“La nostra città ha bisogno di un cambiamento sostanziale: negli ultimi 15 anni ha avuto gravi perdite a livello economico, sociale e culturale per non parlare del turismo e dello sviluppo montano, per i quali le regioni del Nord, come anche alcuni comuni limitrofi al nostro, sono già distanti anni luce. Per far fronte a questa crisi, a questi anni bui, dove tanti giovani lasciano la città, bisogna cambiare il modo di fare e di gestire, bisogna dare continuità culturale che ci accompagna durante tutto l’anno, tutte le domeniche, non solo ad agosto. Nel cambiamento noi vogliamo coinvolgere tutte le fasce di età, tanto i nostri nonni quanto i nostri figli. Vogliamo che i nostri figli crescano liberi e capaci di esprimersi e di palesare le proprie diversità, ma per farlo devono crescere in ambienti sani. Si ritorni a vivere la piazza come centro di vitalità sana e le associazioni tornino a promuovere un’educazione culturale attiva. Se non siamo noi a credere e a lavorare per il cambiamento, se non siamo noi a costruire alternative, saremo noi a lasciare il vuoto per la cultura dello sballo e della superficialità”.
“Si è iniziato”, conclude Torrelli, “a parlare di parco giochi nella nostra città quindici anni fa, il bambino di allora oggi è adolescente e non ha avuto modo di vedere i colori, di calpestare tappeti di gomma, farsi un giro su una giostra. Questo significa buttare fumo negli occhi e prendere in giro genitori, bambini e popolazione tutta”.