Celano. Il Comune di Celano commemora i due concittadini trucidati il 30 aprile 1950: i 74 anni dall’eccidio di Celano, in cui vennero uccisi i due agricoli, Agostino Paris e Antonio Berardicurti. Un mesto corteo composto da amministratori, forze dell’ordine, associazioni e cittadini, questa mattina, ha deposto un mazzo di fiori nel Campo Santo della città, in cui si trova la tomba dei due cittadini uccisi.
I due lavoratori celanesi persero la vita la sera del 30 aprile 1950, in piazza IV Novembre a Celano, durante una manifestazione organizzata per rivendicare il diritto al lavoro. Entrambi lasciarono due figli molto piccoli. Noto come l’eccidio di Celano, il tragico fatto è un duplice omicidio: quella sera furono esplosi alcuni colpi di arma da fuoco contro un gruppo di braccianti del Fucino radunati in piazza. Oltre a due morti ci furono diversi feriti. Il crimine rimase senza colpevoli. Le vittime erano due braccianti, Antonio Berardicurti di 35 anni ed Agostino Paris di 45 anni. Entrambi lasciarono moglie e figli in tenera età.
Oltre ai due morti, nella sparatoria del 30 aprile restarono ferite altre 12 persone che si trovavano in quel momento nella piazza centrale di Celano. La lapide della tomba comune che si trova nel cimitero di Celano e in cui riposano le spoglie delle due vittime reca un’epigrafe scritta da Bruno Corbi: “Carica di odio e di paura, la reazione agraria, riarmando i fascisti, complice il governo, ha scritto un’altra pagina di sangue e di morte, nel tentativo vano di arrestare così l’avanzata dei lavoratori che, giorno per giorno, nel sacrificio e nel dolore, lottano per costruire il mondo della vita e della pace”. In alto è presente un distico di Evasio Di Renzo: “La fede li unì, la morte li fuse, il ricordo dei compagni li eterna”. Il monumento: la proposta di realizzare un’opera d’arte è stata avanzata dall’associazione “30 aprile ’50”. È nata dall’esigenza di non dimenticare l’oppressione subita dai contadini del Fucino e una delle pagine più importanti della storia di Celano e della Marsica.