Avezzano. È tutto aperto, tranne la scuola, un’insegnante scrive al presidente della Regione, Marco Marsilio. La lettera è stata sottoscritta anche da 120 famiglie.
“Ci rivolgiamo a lei in un giorno importantissimo per tutti gli Abruzzesi e non solo, quello della delicata decisione in merito al proseguimento o meno della didattica a distanza nella nostra Regione”, scrive l’insegnante Ilaria D’Angelo,
“le ultime due settimane essa ha convolto anche i bambini della Scuola Primaria, con un’ordinanza assolutamente inaspettata che ha colto tutti di sorpresa. Sorpresa dovuta non solo alla modalità e al momento della sua comunicazione e quindi diffusione, ma anche all’assoluta incomprensione delle motivazioni. Io stessa sono un’insegnante, presso il Liceo Pollione di Avezzano, e non ho colto il nesso vaccinazione-chiusura scuole, giacché eventuali effetti collaterali del vaccino sui docenti possono presupporre supplenze e sostituzioni nelle classi in cui il docente sia assente.
Ciò che però ha lasciato maggiormente perplessi è che in tempi più difficili per la nostra sanità, e penso in particolar modo all’ospedale di Avezzano nello scorso autunno, le scuole erano aperte in buona parte, in zona rossa e in presenza già di variante inglese. Attualmente siamo tutti un po’ confusi, genitori, insegnanti, studenti. Tra questi ultimi i bambini sono quelli che stanno pagando il prezzo più alto. Oltre a seguire i mei studenti in Dad, seguo mio figlio di sei anni che sta lavorando nella stessa modalità e, Le assicuro, in modo niente affatto sereno. Questo aspetto purtroppo è comune a molti bambini, come mi è stato confermato da tantissimi genitori.
Nella nostra palese sofferenza di insegnanti, genitori, lavoratori in genere, ci siamo sforzati di capire le motivazioni delle Sue ordinanze e dei vari Dpcm del governo, le abbiamo rispettate come cittadini degni di questo nome. Abbiamo anche cercato di capire perché le scuole vengono reputate le principali responsabili di un aumento dei contagi, quando studi di portata internazionale, quali quelli della Prof.ssa Gandini, dimostrano scientificamente che così non è. È uno sforzo nella ricerca, però, che pochi citano o considerano.
La prova, nel nostro territorio, è forse il fatto che nello scorso autunno, nelle scuole aperte, non abbiamo subito un numero consistente di contagi. In caso contrario sarebbero state, ovviamente e giustamente, chiuse immediatamente. Con la presente le chiediamo di riflettere su questa nostra opposizione a considerare la DAD come strumento serio d’istruzione a tutti i livelli. E soprattutto Le vorremmo chiedere di adoperarsi con tutte le Sue preziose energie per far valere, presso tutte le principali autorità che ci governano, la nostra idea di fondo: la necessità di una Scuola in Presenza anche nei momenti difficili, già vissuti lo scorso autunno senza chiusura delle scuole, almeno nella Marsica o in altri territori. Nessuno ci può dire, se e quando, questa pandemia finirà, se e quando ne arriveranno altre, se e quando cambierà la gamma di colori per definire le aree del contagio. Tutti invece possiamo dire che la DAD sta creando gravi disagi negli studenti in primis, ma anche nelle famiglie. Che tutti sono concordi nel dire che questa non è scuola, che tutti sono delusi perché bambini e ragazzi, pur avendo rispettato le regole, si ritrovano intrappolati dietro a un monitor.
Infine i nostri ragazzi li vediamo spesso in giro o seduti in gruppi sulle panchine dei parchi, anche di mattina. Quindi, paradossalmente, i contagi che si vorrebbero evitare in classe vengono favoriti all’aperto.
Nello scusarmi per averLe rubato uno spazio di tempo prezioso, soprattutto in una giornata decisiva come quella di oggi, Le rinnovo i miei, anzi i nostri, auguri per il Suo difficile lavoro, nella speranza che possa condividere, almeno in parte, il nostro enorme disagio in questo terribile anno”.