Celano. Edoardo Castellucci, della direzione Nazionale del dipartimento Ambiente CSP – Partito Comunista, dice no all’impianto fotovoltaico di Celano. “Riteniamo, come Comunisti, che sulla tutela dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio storico, monumentale ed archeologico del Paese non si può cedere agli interessi di chi guarda solo agli affari disinteressandosi delle ragioni della cultura e del territorio e delle bellezze da difendere e mostrare con orgoglio”, ha spiegato il dirigente del Partito Comunista, “la vicenda della discarica di Corcolle deve essere l’inizio di una nuova sensibilità ambientale, paesaggistica e culturale e ci auguriamo che la stessa determinazione, mostrata in questa vicenda, vada messa in campo in quella che riteniamo una scelta sbagliata ma che si è ancora in tempo per correggere. Ci riferiamo al “Parco fotovoltaico” che dovrebbe essere realizzato a ridosso del sito archeologico di Paludi nel Comune di Celano”. Castellucci ha spiegato che “nell’area sono emerse, durante lavori preparativi per la realizzazione di un impianto fotovoltaico, centinaia di tombe di epoca romana e resti di un villaggio preistorico. C’è pertanto l’esigenza di tutelare un patrimonio storico ed archeologico di un’area unica nel suo genere per la qualità dei ritrovamenti e la continuità storica degli stessi, che abbracciano un periodo che spazia dall’età preistorica al medioevo. Un territorio che storicamente è stato sempre indicato come fulcro della storia di Celano, del Fucino e della Marsica intera e che si aggiungerebbe alla vicina area archeologica di Alba Fucens facendo della zona un unicum turisticoculturale che non avrebbe uguali nel Paese. Non siamo contrari alla tecnologia fotovoltaica ed alla realizzazione di un Parco fotovoltaico, ma riteniamo che questo strumento tecnologico debba essere l’opportunità per sostituire le coperture d’amianto (eternit) e per bonificare l’ambiente ed il territorio, debba essere, in definitiva, l’arma per intervenire sulle aree degradate del territorio, come discariche abusive ed aree dismesse, che possono essere risanate e restituite alla collettività, e non può essere l’arma che si sostituisce alle colture agricole distruggendole e consumandone il suolo. Riteniamo pertanto che l’impianto fotovoltaico debba essere realizzato altrove e in particolare in quelle aree degradate da bonificare e che l’area interessata dai ritrovamenti archeologici sia inserita, come già proposto da esponenti locali, all’interno di un Parco Storico Archeologico da realizzare estendendola ai toponimi storici di Prato Vecchio, Paduli e Fonte Battaglia”.