Canistro. Dopo scarcerazione Colella e il dissequestro dei beni per un vizio di forma, parlano i difensori dell’imprenditore sostenendo che l’accusa nei suoi confronti è soltanto di “mancati versamenti fiscali” e non di “evasione”. “Nessuna evasione”, afferma la difesa, “l’utilizzo di termini quali “evasione fiscale” e “truffa/frode” sono utilizzati in maniera assolutamente impropria e non veritiera. Le accuse mosse, infatti, riguardano esclusivamente i mancati versamenti fiscali”, spiegano i difensori, “regolarmente dichiarati e contabilizzati dalla Sorgente Santa Croce Spa, ma non versati alla scadenza in un unica soluzione in quanto la Società ha beneficiato di rateizzazioni con le relative sanzioni, mora e interessi previste dalla legge. Quella di ricorrere alle rateizzazioni è stata una scelta resasi necessaria al solo fine di poter far fronte ai numerosi debiti aziendali ereditati dalla precedente proprietà.
Solo grazie a una attenta gestione aziendale guidata dall’ingegner Colella”, aggiungono, “a oggi i debiti si sono ridotti di oltre il 50%. Si ricorda che la gestione Colella è iniziata a partire da gennaio 2008. Da quella data ad oggi non è stato licenziato alcun dipendente e nonostante la difficile congiuntura economica degli ultimi anni, l’azienda ha sempre rispettato puntualmente tutti gli impegni a cominciare dalle spettanze dei lavoratori”. Insomma, non evasione ma mancato versamento. Certo è che sulla vicenda c’è molta apprensione e le parti coinvolte, comprese i sindacati, il mondo politico e i lavoratori, al di làè dei termini sono molto preoccupati per le sorti di una delle più importanti aziende del territorio.