Avezzano. Lora Cipollone, direttore sanitario dell’ospedale di Avezzano, interviene sulla vicenda del pronto soccorso dopo le rivendicazioni dei venti medici accusati in una lettera al vetriolo da parte della dirigente di non aver ben gestito l’emergenza.
Ai medici era stato imputato di aver gestito l’emergenza esclusivamente sull’individuazione del paziente Covid e non Covid, tralasciando tutte le altre patologie tanto da aver messo a repentaglio non solo la salute ma anche la vita dei pazienti.
I medici si erano difesi, tramite una lettera inviata dai loro legali, gli avvocati Salvatore Braghini e Renzo Lancia, spiegando di aver affrontato con senso di responsabilità la situazione e senza aver avuto un protocollo ben definito.
“Il pronto soccorso ha un direttore responsabile che deve esercitare”, sottolinea la Cipollone, “oltre alle funzioni inerenti le specifiche competenze e responsabilità professionali, anche le funzioni di direzione e organizzazione dell’Unità operativa con facoltà di emanare direttive a tutto il personale”. Secondo la Cipollone inoltre “il pronto soccorso con il servizio del 118 fanno parte del dipartimento di emergenza che è un direttore di dipartimento e pertanto molti dei quesiti posti vanno rivolti ai direttori poi completo no responsabilità istituzionali.
Il codice di comportamento aziendale prevede che il dipendente, per qualsiasi difficoltà operativa, deve far riferimento al responsabile dell’Unità operativa”. Per quanto riguarda la questione dei pazienti è stata oggetto di numerose riunioni, il 31 gennaio, il 4 febbraio e il 26 febbraio.
Riguardo alla procedura per individuare il reparto di ricovero del paziente ha aggiunto che non è una questione burocratica ma sostanziale che permette la presa in carico clinica è legale del paziente da parte del medico garantendo l’appropriatezza l’efficacia delle cure mediante l’assistenza specialistica della patologia preminente. In sostanza nel caso di un infarto di una persona sospetta covid secondo la cipolla nei fabbricato isolamento ma senza pregiudicare che sicurezza tramite la scelta giusta del reparto di attribuzione cioè quello di cardiologia.
I medici, sempre tramite i loro legali, hanno replicato affermando che “alla direzione sanitaria spetta, oltre al livello gestionale anche il livello organizzativo per assicurare la programmazione, l’organizzazione, l’indirizzo, il coordinamento e la verifica e della produzione dei servizi e delle prestazioni e spetta anche l’esercizio della funzione di coordinamento dei reparti predisponendo conseguenti modelli operativi da adottare.
“È mancata quella attività di coordinamento e raccordo tra le diverse unità operative e ciò ha ingenerato anche una difficile collaborazione con i colleghi degli altri reparti”, concludono i medici, “che richiesti del loro intervento specialistico spesso si sono limitati a effettuare consulenze in remoto”.