Avezzano. Affondo della Stati sul caso Powercrop e attacco al sindaco Gianni Di Pangrazio. “Il sindaco”, ha affermato nel corso di una conferenza stampa in cui ha ribadito il secco no all’impianto a biomase, “non può non tenere conto della volontà già espressa del territorio. Vogliamo rispetto politico, che il sindaco non ci ha mai negato, ma chiediamo più partecipazione. Forse il primo cittadino ha sottovalutato la questione ma visionando la documentazione lo aiuteremo a ricostruire la situazione”.
Evidenziando l’imbarazzo dell’assessore all’Ambiente, Roberto Verdecchia, presente insieme al collega di giunta Gino Di Cicco e rimasto all’oscuro dell’incontro in prefettura del sindaco con il prefetto Francesco Alecci, commissario ad acta per la riconversione dello zuccherificio di Celano, Daniela Stati ha invitato il primo cittadino a prendere in considerazione gli atti della vicenda. “La Regione, con la commissione per la valutazione di impatto ambientale (Via)”, ha sottolineato la Stati, “ha parlato a suo tempo di scarsi dati a disposizione e di una forte incidenza sull’habitat, sulla vegetazione e sull’ambiente. Ha inoltre dato l’ok con una prescrizione, cioè quella di continui controlli da parte dell’Arta sull’inquinamento atmosferico. Noi questo impianto non lo vogliamo ad Avezzano e non perché siamo contro le innovazioni, ma perché puntiamo alla tutela della popolazione e del territorio. Inoltre, il comune di Avezzano non era firmatario dell’accordo per la riconversione e ha già votato due delibere contro l’impianto approvate all’unanimità. Questo è un no del territorio”. La Stati chiede che venga riconvocato il tavolo istituzionale insieme al Comune di Celano, e non di Avezzano che non fu firmatario dell’accordo. Un appello a richiedere la convocazione anche i parlamentari del territorio. “Si può approvare”, afferma, “il progetto, se ritenuto valido, nel territorio del Comune di Celano. All’incontro con il commissario”, ha affermato la Stati, “non sono state invitate le associazioni di categoria come Coldiretti, Confagricoltua, Cia, e Copagri, che tornarono sui loro passi opponendosi chiaramente al progetto. E anche la Provincia aveva votato contro”.