Scurcola Marsicana. Si riaccendono i riflettori sul caso Biolite grazie ai volontari e alle associazioni. Dopo anni di silenzio nei Piani Palentini si è tornati a parlare di Biolite. Il caso che riguardò 19 aziende italiane che negli anni 90′ scaricarono fanghi sui Piani Palentini è quanto mai attuale. La Forestale scoprì nei terreni intorno a Scurcola fanghi provenienti dalla depurazione e rifiuti che secondo alcune ipotesi sembra fossero nocivi. Subito partì un’indagine con 88 indagati e nel 1993 la società Biolite scoprì le carte spiegando che aveva l’autorizzazione per smaltire in quel territorio fanghi biologici. Ne derivò una lunga inchiesta con sequestri e denunce per stabilire da dove provenissero i liquami e di chi fossero le responsabilità. L’amministrazione di Scurcola nel 2001 ha chiesto un risarcimento danni alla Biolite, ma il tribunale di Avezzano lo ha respinto perché non sarebbero stati danneggiati i beni ambientali e arrivando a condannare addirittura il Comune stesso a risarcire le aziende con oltre un milione di euro.
Nelle scorse settimane a Villa San Sebastiano, frazione di Tagliacozzo, su iniziativa di Fabrizio Valente si è tenuto un incontro durante il quale ci si è confrontati su quello che è stato fatto e quello che bisogna ancora fare. Lunedì 5 marzo, sempre nella Pro-loco di Villa San Sebastiano alle 20.30, ci sarà un nuovo incontro per costituire un comitato intercomunale sulla Biolite. Saranno invitati tutti gli attori del territorio, istituzioni, associazioni e cittadini che abbiano voglia di dare il loro contributo a questa causa.