Avezzano. “Nonostante la sospensione dalla carica confermata all’attuale sindaco, buona parte della città sottovaluta o mostra indifferenza sullo stato dell’amministrazione”.
A parlare è Mario Casale (Articolo Uno), che scrive in una nota: “Anzi, stando alle dichiarazioni del sospeso, ci troveremmo di fronte ad una sentenza iniqua per i “pochi spiccioli” di cui si parla. Naturalmente omettendo che la gran parte di ipotetici reati sono stati archiviati per prescrizione: sì, per intervenuta prescrizione non per assoluzione. In buona sostanza si dimostra che chi detiene potere politico, anche per il civico sospeso, e potere economico riesce a farla franca, come dimostrano gli esempi poco luminosi di personaggi, che pur essendo pregiudicati, vengono candidati alle più alte cariche dello Stato,in spregio alle istituzioni”.
“In fondo il sospeso di questo passo è sicuramente un candidato credibile”, aggiunge, “il presidente Draghi oggi dice che il sindaci sono presidi di legalità, appunto. Ad Avezzano da dieci anni i vari governi intendono sopprimere un possibile presidio di legalità, come il tribunale, e non c’è da sorprendersi se si vuole mantenere un presunto presidio di legalità sospeso. Alla fine, dopo una amministrazione “zoppa” come quella di De Angelis, ora una amministrazione “sospesa” come quella di Di Pangrazio, si arriverà ad una amministrazione normale, con maggioranza e opposizione distinte e alternative? Naturalmente ciò presuppone che la maggioranza dei consiglieri si dimetta e consenta ai cittadini di esprimersi nuovamente. Mi spiace insistere, ma la responsabilità è degli elettori che o preferiscono astenersi dal voto o votano a seconda delle convenienze personali: di questo passo la città, ormai al degrado culturale economico e politico, è destinata a sparire, letteralmente”.