Celano. “Mentre leggevo le dichiarazioni della presidente del consiglio comunale di Celano improvvisamente mi sono tornate in mente le letture dei quotidiani durante il ventennio fascista, quando venivano glorificate con linguaggi pomposi e aulici le atrocità del regime”.
A parlare è Mario Casale, di Articolo Uno, che continua:
Un invito ai più giovani a rileggere quelle pagine di servilismo della stampa di regime può aiutare tutti a comprendere i fenomeni di oggi.
Mi sembra di capire che per i cortigiani nemmeno le intercettazioni abbiano valore, una sordità conveniente accompagnata da un sentimentalismo affettato e da un ipocrita richiamo al garantismo, quando si tratta di amici di sventura.
“Non capisco molti meccanismi giudiziari e mi scuso in anticipo, ma se un tribunale mi dice che devo stare lontano dal mio paese mentre lo sto amministrando è probabile che il mio comportamento non sia corretto, che magari abbia commesso ‘inconsapevolmente’ un reato e che possa reiterarlo”, scrive Casale, “auspico maggiore cautela nella affettuosa solidarietà agli amministratori indagati e più attenzione al corretto e trasparente funzionamento delle istituzioni, le più colpite con cinismo e cialtroneria, stando esclusivamente alle intercettazioni. Personalmente esprimo la mia vicinanza a tutti i celanesi che mai hanno sostenuto personaggi che hanno costruito il consenso con il favore e il condizionamento e che hanno mantenuto alta la loro dignità, quella di Celano e dell’intera Marsica”.