Avezzano. “Qualcosa non va nella politica amministrativa del Comune di Avezzano. Qualche anno fa “l’anatra zoppa” ha disarcionato De Angelis che, a sorpresa, aveva vinto il ballottaggio con Di Pangrazio,sindaco uscente, senza avere la maggioranza dei consiglieri in assemblea civica”. A parlare è Mario Casale, di Articolo Uno, che continua: “dopo qualche mese “l’anatra zoppa” e una inadeguatezza congenita costringono De Angelis alle dimissioni. Il prefetto nomina un commissario (Passerotti) che rimane in carica per oltre un anno, fino a nuove elezioni, questa volta vinte da Di Pangrazio. Sembra tutto a posto, ma un processo per presunto utilizzo auto blu da parte di Di Pangrazio, che si trascina da qualche anno e di cui tutti erano a conoscenza, si conclude in prima istanza con la condanna a 1 anno e 4 mesi dell’attuale sindaco. Immediata rimozione “temporanea” del sindaco in carica, in osservanza della legge Severino. Sarà il vice sindaco Di Berardino a guidare l’amministrazione fino a quando la legge lo consentirà”.
“Ora gli elettori, i veri responsabili di questa confusione, sono delusi e disorientati e sollecitati dai furbi provano a individuare nell’attuale legislazione limiti burocratici ed elettorali. Ma sarebbe sbagliato costruire un avversario farlocco di cui noi siamo i creatori. Sono anni che”, dichiara Mario Casale,” preferiamo le persone ai progetti, che riteniamo la politica lontana dai nostri interessi quando non risponde ai nostri interessi particolari. E in questo quadro De Angelis (che si dichiara di destra dopo la prima elezione) vale Di Pangrazio (solo tecnico e quindi senza partiti , non disdegnando i voti che provengono dai partiti più diversi), a seconda delle contingenze politiche e degli interessi personali del momento. Senza ancoraggi politici di riferimento la destra cresce si consolida, anche a sproposito, ed elargisce i consensi di cui dispone ora all’uno, ora all’altro di sindaci che regolarmente decadono. E poi c’è la sinistra… che non c’è. Nell’ultima consultazione la cosiddetta sinistra riformista tradizionale (Pd) ha scelto subito di non candidare una personalità dalla identità indiscussa, preferendo un candidato frutto dell’attuale umore elettorale e con un programma aperto a tutti , a parole”.
“Infine l’unico candidato a sindaco di sinistra, Stornelli, della lista Avezzano Bene Comune non “sfonda” tra gli lettori che, come già segnalato, preferiscono guardare altrove. Si dirà che la mia ricostruzione è sommaria, imprecisa e di parte. Tutto vero, ma oggi la situazione è questa: città senza sindaco, con un vice sindaco facente funzioni, l’ombra del commissario e infine nuove elezioni, in attesa che il processo di appello ribalti la condanna di primo grado. Oggi con quale autorevolezza il Comune di Avezzano”, prosegue Mario Casale,” assume il ruolo di guida del territorio e della Marsica? Con quale autorevolezza contratta con la giunta regionale per rivedere il piano di riordino sanitario proposto, che scandalosamente prevede di sminuire presidi e professionalità territoriali? Infine nessun accenno alla prima necessità dell’ospedale di Avezzano: aumento del personale medico e paramedico, attualmente in grave difficoltà, non solo per il covid. In questo tragico periodo, con i reparti accorpati, i pazienti sono stati trattati bene professionalmente sia dai medici che da tutto il personale infermieristico che ha dovuto “badare” letteralmente ai pazienti privi di parenti e assistenti a causa del covid. Ma i disagi sono stati tanti e nessuno sembra accorgersene. Pertanto si impongono la revisione della pianta organica e la definizione dei ruoli attivi e moderni degli ospedali di Tagliacozzo e Pescina, coordinati con l’ospedale di Avezzano. Situazione sanitaria disastrosa e ora anche una amministrazione comunale “zoppa”.
“Francamente mi sembra troppo. Mi permetto di chiedere agli avezzanesi, e a me, se non sia il caso di ripensare il rapporto con la politica, con le elezioni, con i candidati, con la competenza e con la onestà personale e collettiva. Soprattutto mi permetto di chiedere di elaborare prima un progetto di città, di studiarlo e di farne oggetto di voto, poi di individuare i candidati più funzionali a quel progetto, in una alleanza politica seria, rigorosa e veramente al servizio della città, nei fatti non a parole. E’ un ripensamento reciproco in cui gli elettori sono decisivi nell’individuare il progetto più vicino alle proprie sensibilità, evitando di votare candidati funzionali ai propri interessi. Come si vede “questa” politica non paga gli elettori, al contrario sono gli elettori a pagare. Insomma non facciamoci del male”, conclude Mario Casale.