Avezzano. Casa occupata: interviene Assocasa Ugl. L’episodio di via Mattarella continua a sollevare polemiche in città e provincia. “Sulla vicenda dell’occupazione abusiva di un alloggio di edilizia residenziale pubblica ad Avezzano, corre l’obbligo di dire alcune cose”, ha commentato Franco Marulli, segretario provinciale Assocasa Ugl, “la prima che ci lascia sgomenti sono le dichiarazioni della Presidente dell’Ater che afferma che in questa vicenda l’ente che rappresenta “ha le mani legate”. Assumere la presidenza di un ente comporta oneri e onori, raggiungere un vertice apicale per poi affermare di essere incompetente a risolvere le problematiche che l’ente deve gestire, e scaricare su altri la soluzione, è facile. Chiunque potrebbe assumere l’incarico e avere la dovuta prebenda. Queste occupazioni abusive sono a conoscenza dei vertici da molto
tempo e sono accadute di recente anche nel capoluogo di regione. In base alla legge della Regione Abruzzo 25/10/96 n°96 art.22 e art.36 l’Ater dell’Aquila ha recapitato in data 01/10/2014 una missiva con relativa fattura per il pagamento del canone a una famiglia che aveva occupato abusivamente un alloggio. L’oggetto, che ha dell’incredibile, segnatamente specifica: “indennità godimento occupazione alloggio” con la relativa specifica del rideterminamento del calcolo dell’indennità di godimento per gli occupatori abusivi di alloggi ERP, insieme alla fattura con la determina del canone e addirittura la rateizzazione. Di casi così ve ne sono altri. Questo dimostra un lassismo dell’ente che doveva prevenire questi fatti con un monitoraggio costante sia delle morosità che degli alloggi sfitti. Si doveva impegnare la Regione Abruzzo a modificare le norme che permettono di occupare un alloggio e l’ente a sanare il reato. Per tutto questo chiediamo che il Presidente dell’Ater dia le dimissioni dall’incarico che ricopre per dare un segnale forte alla collettività e dimostrare che tutto quello che è successo non abbia nessun colpevole. Con lo scarica barile non si gestisce un ente e i cittadini vogliono avere la certezza che i soprusi non diventino, alla fine, legali”.