Tagliacozzo. La casa famiglia “Dopo di noi”, inaugurata a maggio, rischia la chiusura per carenza di fondi. La struttura per ragazzi disabili e soli potrebbe diventare una cattedrale nel deserto lasciando i trenta ospiti davanti a un futuro incerto. Tutto ciò a causa della mancanza di fondi da parte della Regione o degli altri enti. Il centro per giovani che non hanno più un punto di riferimento o che sono senza genitori è stata realizzata con una delibera regionale del 2002 e grazie a una legge del 2000 sono stati stanziati circa cinque milioni e mezzo di euro per costruire sei case-famiglia in tutta la Regione, tra cui quella marsicana. Ora però il centro Anffas potrebbe diventare un edificio inutilizzato oppure sottoutilizzato. Un vero spreco di denaro pubblico. Terminato il progetto Radar, che aveva permesso il pagamento delle spese di gestione, tra circa due mesi potrebbe scattare la chiusura. I fondi per la “Rete abruzzese per il dopo di noi e l’autonomia residenziale” dureranno fino ad aprire. “Fino ad aprire i ragazzi potranno restare nel centro” spiega Domenica Di Salvatore, ma quando il progetto radar sarà terminato il loro destino è incerto. Io spero che non accada quello che temevo quando il progetto è partito, cioè di illudere i ragazzi e i familiari. Ora sono legati a questo centro e una ipotetica separazione sarebbe traumatica. Basti pensare”, racconta la Di Salvatore, “che a Natale abbiamo mandato i ragazzi a casa per una settimana, ma volevano tornare da noi. Nei prossimi giorni incontrerò il sindaco di Tagliacozzo, Maurizio Di Marco Testa, per fare il punto della situazione e tentare di salvare la struttura”. Il centro, comunque andassero le cose, resterebbe aperto solo di giorno, ma ciò non permetterebbe di dare sicurezza ai ragazzi ospiti del centro.