Avezzano. La Regione Abruzzo lo scorso 16 settembre ha diffidato la Burgo di Avezzano a seguito di diverse criticità ambientali rilevate dagli organi di controllo. Tra queste il superamento dei limiti di legge per vari parametri nei reflui e diverse criticità gestionali nel ciclo produttivo. La Regione, competente per l’Autorizzazione Integrata Ambientale, si è attivata dopo aver letto la relazione del controllo straordinario Arta trasmessa lo scorso 7 settembre per la verifica, in particolare, del corretto funzionamento dell’impianto di depurazione, verifica, che come si legge nel provevdimento “si è resa necessaria a seguito di segnalazioni di molestia olfattiva da parte delle maestranze di attività produttive vicine allo stabilimento L-Foundry e segnalazioni di ricorrenti fenomeni di inquinamento sul fiume Liri”.
“In occasione del sopralluogo”, si legge nel provvedimento e nella nota del Forum H2O, “si sono riscontrate alcune criticità nella gestione dell’impianto e specificatamente la presenza diffusa sui piazzali di frammenti di carta trasportata dal vento, la raccolta a terra del materiale grossolano in uscita dalla sezione di grigliatura dell’impianto di depurazione, liberamente esposto all’azione eolica, il posizionamento scorretto di serbatoi di liquidi pericolosi sulle apposite vasche di contenimento, il cattivo odore ed evidente formazione di schiume sulle vasche dell’impianto di depurazione e sezioni impiantistiche invase da vegetazione”.
“I risultati analitici sui campioni di refluo”, sottolinea il Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua, campione medio composito su tre ore, indicano il superamento dei valori limite di emissione per i parametri solidi sospesi, BOD 5 e COD, il raggiungimento del limite per il parametro fenoli ed odore molesto. Inoltre l’Arta ha segnalato che “a seguito di modifica non sostanziale dell’impianto per riconversione di produzione come da E.T.D. del 12/06/2017 sono state concesse concentrazioni allo scarico più elevate nell’ipotesi di una riduzione di portata annua a 2.700.000 mc/anno. Tale valore equivale ad uno scarico quasi stazionario di circa 7400 mc/g equivalenti a 308 mc/h. Le portate misurate dal Gestore nel periodo indicato in tabella sono mediamente maggiori di quelle previste del 12 %. Ciò significa che lo stabilimento oltre a non rispettare i VLE (valori limite di emissione, ndr) ha una portata allo scarico il cui trend potrebbe comportare il superamento del valore autorizzato”.
“Ad ogni buon fine si segnala che buona parte della carta e cartoni da macero viene stoccata sotto coperture in cemento amianto. Per ridurre il rischio di diffusione di fibre in caso dì incendio e visti gli ingenti quantitativi di materiale combustibile presenti presso l’installazione, si ritiene doversi raccomandare che nella programmazione della progressiva dismissione dei materiali contenenti amianto si consideri prioritariamente la sostituzione di coperture delle tettoie di stoccaggio materia prima”, precisa, “la Regione ha quindi diffidato l’azienza a rientrare nei limiti di legge e a rispettare alcune prescrizioni. Tra l’altro in questi anni nelle acque sotterranee del sito industriale sono stati rilevati diversi superamenti delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione per diverse sostanze, tra cui metalli pesanti come Nichel, Manganese, Ferro, Piombo, e solventi come Tetracloroetilene e Tricloroetilene. L’azienda ha dichiarato di non essere responsabile di tali superamenti”.