CARSOLI – Triste giorno nel distretto industriale di Carsoli, cala il sipario su uno degli ultimi stabilimenti storici rimasto ancora attivo. Ultimo giorno di lavoro per i dipendenti della Telecontact Center del gruppo Tim rimasti in forza presso la sede situata sulla S.S. Turanense. Si tratta di una azienda che per gloriosi anni è stata un fiore all’occhiello nell’industria di sistemi elettronici. Fondata nel 1970 dall’ingegnere Massimo Rinaldi, come INSEL, ossia industria sistemi elettronici, fu interessata da una continua ascesa produttiva che la vide protagonista nel 1982 con la trasformazione societaria in MA.EL (Massimo ed Eliana Rinaldi), che nel 1982 acquisì l’importante e fondamentale commessa di gestione del “Totocalcio” settore scommesse.
Da qui numerose furono le sedi aperte di collegamento in tutta Italia, dove maestranze dal carseolano trovarono occupazione per tanti anni. E la sede centrale di progettazione innovativa e gestione dei sistemi automatizzati era gestita interamente dallo stabilimento di Carsoli. Altre trasformazioni nel tempo hanno poi riguardato la prestigiosa azienda che ha annoverato nel suo organico fino a trecento persone di varia qualificazione. Moltissimi gli operai, dirigenti, quadri che hanno prestato il loro servizio professionale presso questa azienda che segnò un volano di ripresa economica di grande rilievo, oltre che di lustro e prestigio per il territorio. I computer destinati ad entrare nella quotidianità furono produzioni tecnologicamente avanzate presso il Gruppo Olivetti, uno tra i più importanti d’Italia.
Per tanti anni dunque un susseguirsi di opportunità di crescita, di lavoro che ha visto sistemate tantissime famiglie del territorio, con effetti ricadenti anche in Marsica, e nell’hinterland romano.
L’azienda, divenne poi Advalso, Tecnost Sistemi, ed altre denominazioni che variarono in base alle evoluzioni della tecnologia prodotta. Una profonda crisi venne attraversata nel 2006, quando molte famiglie videro il loro futuro a tinte fosche. L’azienda rappresentata all’epoca e tra gli altr dal dirigente ivreano il compianto Salvatore Zagami, ebbe a decidere lo smantellamento dell’azienda chiudendo l’aspetto di progettazione e di produzione.
E fu una sinergica azione portata avanti con le istituzioni ed un dialogo costruttivo a salvare i posti di lavoro. Il gruppo Olivetti mantenne aperto lo stabilimento con una riconversione pressochè totale che vide protagonista Telecom Italia. Dai sistemi elettronici i servizi cambiarono in assistenza e servizi di caring, tutti molto importanti. Il personale venne riqualificato e formato in base alle nuove esigenze lavorative.
Successivamente grazie ad un accordo sottoscritto con l’Amministrazione Mazzetti, la proprietà Olivetti ebbe a cedere una importante porzione dello stabilimento al Comune di Carsoli (ove ora trova sede il distaccamento dei Vigili del Fuoco e la protezione civile), a fronte di una aumentata opportunità di sfruttamento urbanistico dell’intero comparto.
Con il tempo il numero dei dipendenti è divenuto sempre minore, pensionamenti, prepensionamenti, conclusione dei rapporti di lavoro anticipata e soluzioni varie per smaltire le maestranze in forza. Poi l’avvento del covid, quindi lo smart working che era stato già un precursore di una fine annunciata.
Sono 31 i dipendenti rimasti in forza alla Telecontact che ora non dovranno più recarsi sulla Turanense. Alcuni nella sede di Roma, altri andranno nella sede dell’Aquila. Alcuni sono potuti andare via con incentivi, molti non hanno avuto scelta, in relazione alle proprie situazioni contributive o anni di servizio e devono raccogliere forzosamente la sfida. Si chiude un sipario, si va avanti, con l’amarezza però di aver perso molto, un ulteriore tassello di quel ciclo produttivo industriale che è stato punto di riferimento per tanti anni e che non tornerà più.