Avezzano. I produttori di carota del Fucino e i responsabili del ministero delle Politiche agricole hanno raggiunto un’intesa di massima sul disciplinare che di fatto avvia la procedura per il riconoscimento Igp per la carota del Fucino. Nell’audizione pubblica di oggi ad Avezzano è arrivato il via libera su gran parte del disciplinare già concordato con il ministero stesso, tranne che per due articoli per i quali si è concordato che l’associazione produttori più rappresentativa del Fucino, accreditata dal ministero, entro pochi giorni invierà ai tecnici del ministero delle Politiche agricole una propria proposta formale e ufficiale di modifica da calare sul disciplinare. Dal punto di vista procedurale, il disciplinare che disegna l’Igp della «Carota dell’Altopiano del Fucino» verrà recepito con un decreto ministeriale e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Trascorso un mese dalla pubblicazione senza alcuna obiezione formale di soggetti portatori di interesse, il disciplinare passerà al vaglio dell’Unione europea, l’unica competente alla dichiarazione di Igp di un prodotto, che a sua volta avvierà l’istruttoria finale. «Oggi – ha commentato l’assessore regionale all’agricoltura, Mauro Febbo, che ha partecipato all’audizione – possiamo dire di aver intrapreso la buona strada, dopo un percorso tortuoso partito 13 anni fa. La carota rappresenta un prodotto di altissima qualità per l’economia abruzzese e soprattutto per quella agricola, che in ambito regionale contribuisce per il 25% al Prodotto interno lordo, ed è per questo che la nostra attenzione è massima». L’audizione pubblica, alla quale hanno partecipato molti produttori di carota, ha permesso di chiarire agli addetti ai lavori anche alcuni importanti aspetti tecnici della formulazione Igp e dell’iter che ora attende il disciplinare. «Ritengo che superata questa fase non ci saranno altri intoppi – ha ribadito Febbo -. L’esperienza ci insegna che il passaggio è abbastanza tranquillo perchè il disciplinare una volta approvato in Italia passa all’esame dell’Unione europea che già conosce i criteri con i quali si muove l’Italia. Da qui il mio ottimismo per la chiusura di una vicenda che potrebbe rappresentare molto per l’economia agricola del Fucino». «Siamo soddisfatti del risultato raggiunto che premia uno dei più pregiati prodotti locali consentendogli di accrescere prestigio e riconoscibilità a livello nazionale, si tratta di un punto di partenza importante – ha dichiarato Raffaello Betti, direttore della Coldiretti provinciale – e un trampolino di lancio affinché nel tempo i requisiti per l’ottenimento dell’IGP siano più flessibili consentendo il riconoscimento alla quasi totalità di questo prodotto di punta. Occorrerà inoltre costituire un Consorzio di tutela e valorizzazione, ma soprattutto una riduzione dei costi per i numerosi produttori dell’altopiano del Fucino». La modifica del disciplinare, ha riguardato gli articoli 2 e 7 che riguardano nello specifico le varietà, caratteristiche e proprietà fisiche per il primo e controlli e vigilanza per il secondo e si era resa necessaria a causa dei troppo elevati parametri analitici raggiungibili dai produttori solo attraverso l’utilizzo di tecniche di coltivazione non ordinarie. Coldiretti in proposito auspica una maggiore flessibilità per quanto riguarda il confezionamento e la trasformazione con una diminuzione dei costi a carico degli agricoltori. Ma non solo, come sostiene il presidente dell’associazione provinciale Salvatore Di Benedetto «Uno dei presupposti fondamentali affinché “funzioni” il riconoscimento IGP è che il maggior numero possibile di produttori possa certificare il proprio prodotto incrementando il volume d’affari, ma maggiori sono i vincoli dettati dal disciplinare minore sarà il numero di prodotti caroticoli che potrà ottenere il riconoscimento. Uno dei problemi da arginare è ad esempio quello legato al limite geografico della trasformazione: molti produttori non sono in grado di effettuare la prima trasformazione di prodotto in loco a causa della mancanza di impianti e devono fruire di tale servizio fuori dai confini del Fucino, ma questo rappresenta un vincolo che dev’essere a nostro avviso superato nell’iter di riconoscimento». Nella campagna di commercializzazione del 2011 sono stati certificati dall’organismo indipendente riconosciuto dal Ministero circa diecimila quintali di carote a fronte di una produzione complessiva di circa 1,6 milioni di quintali. Con l’attuale modifica al disciplinare sarà sicuramente una più ampia parte dei produttori agricoli del nostro territorio a poter ottenere il marchio IGP, ma molto dev’essere ancora fatto per valorizzare un importante eccellenza locale.