Avezzano. Sono un migliaio ogni anno i pazienti trasferiti dalla Marsica in altre zona dell’Abruzzo o addirittura fuori Regione. Alla base ci sarebbero delle carenze legate ai posti letto all’ospedale di Avezzano. Sulla vicenda, il manager Asl, Giancarlo Silveri, ha chiarito che “i coefficienti sono imposti dalla legge, inoltre nella Marsica ci sono molte strutture private convenzionate che assorbono i posti letto assegnati”. Il manager ha però sottolineato come si sita cercando di “ottimizzare quelli a disposizione. Rispetto al passato”, ha sottolineato, “ciò che abbiamo potuto fare è stato arrivare a una maggiore appropriatezza di intervenendo riguardo alla suddivisione dei posti letto in base ai reparti, eliminando i ricoveri impropri e facendo in modo che l’offerta sia appropriata alle tipologie di pazienti”. L’ospedale di Avezzano conta circa 45mila interventi all’anno ed è il secondo in Abruzzo, preceduto da quello di Pescara.Si è passati da 6,5 posti letto per ogni mille abitanti di alcuni anni fra a 5, mentre oggi è stato imposto un coefficiente ancora più basso pari a 3,8 posti letto per mille abitanti.
A intervenire sulla situazione chiamando in causa la politica è il Comitato Territoriale Provincia dei Marsi che chiede al sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio, di avanzare una mozione di sfiducia circa l’operato del direttore generale della Asl durante il Comitato Ristretto dei Sindaci, e ai consiglieri e assessori regionali marsicani “di promuovere, nelle forme e sedi appropriate, le necessarie iniziative politico-istituzionali finalizzate ad introdurre criteri correttivi al Piano di Riordino Sanitario regionale, volte a rafforzare l’intero sistema sanitario territoriale della Marsica, con la riapertura effettiva di importanti unità operative semplici e complesse dell’ospedale di Avezzano, come quella di Neurochirurgia (un reparto di eccellenza, chiuso per finalità mai completamente chiarite) ed il reparto di Emodinamica (inaugurato un numero infinito di volte e mai divenuto realmente operativo)”. Sarà inoltrata una lettera al ministro della Sanità.