Avezzano. “Perché è importante tenere alta l’attenzione sull’acqua. C’è un detto nel mondo dell’acqua: la natura crea la siccità, ma la scarsità, quella, è opera dell’uomo. Piogge e neve inferiori alle medie stagionali hanno lasciato, in queste ultime settimane, il Po con meno acqua. La siccità è rapidamente diventata scarsità. Oggi tutti si interessano di acqua, ma poi bastano due pomeriggi di pioggia per portare nell’opinione pubblica un sollievo ed un immediato distacco dal problema. Come se qualche giorno di pioggia potesse, quasi per magia, attenuare un fenomeno climatico conclamato ormai da anni”.
Lo scrive in una nota il presidente del Consiglio di Sorveglianza del Cam, Alfredo Chiantini.
“In realtà siamo di fronte all’incapacità di adattarci ad un nuovo contesto ambientale. Abbiamo problemi strutturali, profondi – ce li portiamo dietro da anni – e la necessità urgente di predisporre infrastrutture e istituzioni adeguate ad affrontare questo complesso cambiamento climatico. Il problema non sta nella quantità assoluta di acqua che cade sul territorio, ma nel modo in cui attraversa il paesaggio e nell’intensità idrica della nostra economia. Siamo sempre meno capaci di riconciliare la variabilità dei fenomeni d’acqua – siccità, alluvioni e altri fenomeni meteorologici – con le aspettative sociali ed economiche delle nostre comunità. In altre parole, l’acqua non è scarsa perché non c’è. E’ scarsa perché è diventato difficile ottenerla quando e dove serve.
Dobbiamo ammetterlo, siamo in ritardo di un decennio rispetto alla realtà che affrontiamo. Le soluzioni che oggi andiamo cercando sono – purtroppo – ancora la risposta ai problemi di ieri. Il nostro Fucino, creato attraverso una bonifica ottenuta con un’importante opera di ingegneria idraulica ha oggi bisogno di un ammodernamento rilevante che – per questo territorio – rappresenta il cuore della transizione ecologica di cui tanto si parla. Secondo le proiezioni del Centro euro-mediterraneo per i Cambiamenti climatici, il paese subirà un forte aumento di variabilità delle precipitazioni nei prossimi anni. La quantità totale d’acqua non cambierà su base nazionale, ma ci saranno forti scompensi tra regioni.
L’osservatorio Europeo della siccità (Europea Drought Observatory), ha evidenziato che in Italia la zona a più alta desertificazione sarà quella delle aree interne di Abruzzo e Molise, insieme al siracusano in Sicilia. Inoltre, la riduzione dell’accumulo di neve, un picco di scioglimento anticipato e l’aumento di rovesci intensi cambieranno il defluire dell’acqua. Ne avremo troppa quando non serve, e poca quando ne abbiamo bisogno. Per questo è necessario imparare a raccogliere acqua quando ne avremo in abbondanza, attuando interventi immediati con la realizzazione di un piano di invasi, studiando metodi innovativi di irrigazione per le nostre colture, migliorando la gestione del ciclo idrico integrato.
Ad esempio, solo per l’acqua potabile oggi nella Marsica consumiamo 12 milioni di mc l’anno.
Il nostro impegno allora deve tendere ad una adeguata sicurezza idrica, intesa come uso intelligente dell’acqua, irrigazione agricola innovativa e un suo essenziale uso industriale. Questo comporta una necessaria alleanza fra Regione e amministrazioni locali. Un’alleanza che riporti al centro i progetti e la loro realizzazione, unendo le legittime pretese del territorio alla doverosa progettazione regionale. Nessuno si salva da solo”.