Avezzano. Il coordinatore regionale Fai Cgil, Ada Sinimberghi, interviene in merito alla vicenda del caporalato nel Fucino e delle parole del presidente di Confagricoltura Lobene e del direttore Fabrizi. “Rimaniamo dell’opinione che la interrogazione dell’On. Melilla e la risposta conseguente su quante e quali sono le iniziative che le istituzioni, ognuna per propria competenza hanno messo in essere sino ad oggi, siano state utili per chiarire e mettere in evidenza fenomeni che non possono essere più tollerati in Abruzzo né tantomeno taciuti o tenuti velatamente nascosti e/o giustificati”, ha commentato la Sinimberghi, “l’attività di vigilanza ha accertato fenomeni di illegalità e sfruttamento di lavoratori impegnati in agricoltura nel Fucino e di Aziende che svolgono azione di caporalato mascherata da una finta attività imprenditoriale. Come si legge chiaramente dalla risposta alla interrogazione data dalla Sottosegretaria al Lavoro On. Bellanova, i fenomeni denunciati più volte nel corso del tempo, da ultimo nel convegno di maggio dalla flai-cgil, sono più che reali. L’intervento di Fabrizi e Lobene, Direttore e Presidente di Confagricoltura L’Aquila, sarebbe stato più utile oltre che doveroso se avesse riconosciuto, per quanto emerso ed accertato dalle attività di vigilanza, la necessità non più rinviabile di riprendere una azione immediata con tutti i soggetti sociali, istituzionali, politici che operano nella regione al fine di costruire sistemi condivisi per tutelare maggiormente e con più efficacia le imprese serie che lavorano nel territorio e per i lavoratori impegnati nelle attività agricole. Per questi motivi riteniamo che sia utile riaprire l’iter di approvazione per la proposta di legge Regionale presentata a suo tempo per contrastare il lavoro nero, il caporalato in agricoltura per mettere rimedio allo sfruttamento vergognoso delle persone e per dare crescita al settore agricolo. Cancellare ogni forma di illegalità e di collusione con forme di criminalità organizzata è obiettivo comune di una società civile. Per questa Organizzazione Sindacale la priorità è la salvaguardia dei diritti dei lavoratori. Di conseguenza le nostre azioni di contrasto sono mosse verso chiunque pensi di poter svolgere attività di pressione e condizionamento sul nostro operato. Non vorremmo che nelle dichiarazioni di Fabrizi e Lobene ci sia l’intenzione di svolgere un’attività, non comprensibile, di pressione e condizionamento, un’azione che la giurisprudenza definisce “mobbing esterno”, quell’azione di pressione, cioè, che viene fatta da una organizzazione nei confronti di un’altra. La FLAI-CGIL non abdicherà mai al suo ruolo. Si preoccupino piuttosto, Fabrizi e Lobene, di garantire la capacità delle tante imprese corrette, serie esistenti nel Fucino che creano sviluppo di qualità e di occupazione in agricoltura insieme a tutti coloro che, con assunzione di responsabilità, si oppongono ogni giorno con il loro lavoro ad azioni, comportamenti o pressioni illecite”.