Capistrello. “Nel Consiglio comunale dello scorso 16 luglio abbiamo toccato uno dei momenti più bassi della storia del nostro comune”, affermano i consiglieri di opposizione Dina Bussi, Vittorio Silvestri, Chiara Di Felice, ” i lavori si sono aperti con la notizia delle dimissioni della presidente del Consiglio comunale Elisa Di Giacomo, le cui motivazioni non sono state chiarite dal sindaco o dalla maggioranza. Un elemento di destabilizzazione dei lavori consiliari e che ora costringe il Consiglio comunale ad eleggere un nuovo presidente. Tra i punti all’ordine del giorno l’Amministrazione ha portato circa 50.000 euro di debiti fuori bilancio, un segno della disattenta gestione della macchina amministrativa e l’ulteriore segnale che i debiti crescono con la gestione Ciciotti. Tra i debiti si trova di tutto: anzitutto spese legali per incarichi ad avvocati, poi spese per noleggio mezzi meccanici, spese per una struttura socioassistenziale e persino il rimborso di 10 mila euro di spese legali ad un ex sindaco assolto dopo le segnalazioni risalenti a quando Ciciotti era in minoranza”.
“Ma il momento peggiore dei lavori consiliari è stato raggiunto nella discussione per il collaudo dei lavori di Piazza Risorgimento. Un atto del tutto improprio su cui il Consiglio è stato chiamato ad esprimersi per una vicenda, quella dei lavori della Piazza Risorgimento, che definire controversi è dire poco”, continua l’opposizione in una nota alla stampa, “alle richieste di chiarimenti da parte nostra, sul perché questo atto di competenza degli uffici è stato portato in Consiglio comunale, abbiamo avuto, nell’imbarazzo generale, le più disparate risposte. Qualcuno ha affermato che l’attuale responsabile dell’ufficio tecnico, essendo nuovo arrivato, avrebbe bisogno del conforto di una delibera. Il Segretario comunale ha affermato che la procedura è insolita. In ultimo, un’altra versione delle strampalate giustificazioni, ha chiuso così la vicenda: la delibera non è contro la legge e quindi deliberiamo. Insomma, un festival di incompetenze e prese in giro solo per coprire la verità dei fatti: mai nella storia un collaudo tecnico-amministrativo di un’opera pubblica è passato in Consiglio comunale, essendo un atto amministrativo degli uffici. La vera spiegazione a tutto questo sta nel fatto che gli uffici non si assumono la responsabilità di avallare un iter dei lavori così tanto confuso e pieno di carenze. Va ricordato infatti che nel lontano 2017 i lavori furono affidati ad un’impresa di Rieti per un importo contrattuale di 380.000 euro. Dopo cinque anni tra perizie di variante, lavori supplementari, migliorie, rimodulazioni del quadro economico e riserve i lavori affidati sono passati a 540.000 euro circa, bruciando completamente il ribasso d’asta e stravolgendo ogni regola degli appalti pubblici: oltre un miliardo di vecchie lire per una piazza, che già oggi tutti i cittadini possono vedere in che stato pietoso si trova, con la pavimentazione completamente saltata su interi tratti”.
“Una gestione scellerata del lavoro pubblico che ha avuto circa 250 giorni di ritardo rispetto al capitolato e che è stato aggravato dalle dimissioni del direttore dei lavori, l’architetto Miriam Maiorino di Roma, la quale per farsi pagare la parcella di complessivi 50 mila euro è stata costretta a notificare decreto ingiuntivo al Comune che ovviamente ha pagato con spese e interessi. Per non parlare poi del fatto che aver voluto realizzare la piazza nel modo in cui si presenta ha determinato l’eliminazione dello storico chiosco che ha spogliato il paese di un luogo di memoria. Non va dimenticato che il bando pubblicato nel 2021 per riaprire un nuovo chiosco è andato deserto e nessuno sa più che fine abbia fatto. Insomma un disastro amministrativo, politico, gestionale che dovrà essere chiarito nei suoi lati ancora poco chiari: le spese aggiuntive, i materiali scadenti, la pavimentazione modificata tre volte con tre progetti diversi. Tutte cose che l’Amministrazione avrebbe dovuto spiegare una per una e che invece sono state completamente occultate. E come se non bastasse, il sindaco e un suo fido consigliere comunale, hanno avuto anche la faccia tosta di chiedere al Consiglio di festeggiare l’importante risultato raggiunto con il collaudo”.
““Il collaudatore è Dio” così hanno detto in consiglio: un livello del dibattito tragico, di cui purtroppo fanno e faranno le spese i cittadini, tenuto conto che su questa vicenda della Piazza Risorgimento gli organi di controllo faranno le loro verifiche e purtroppo non saranno positive”.
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