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Capistrello, Croce (Pd) punta il dito contro l’amministrazione Ciciotti: è sprecona e distratta

Redazione Attualità di Redazione Attualità
28 Aprile 2018
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Capistrello. Il coordinatore del Circolo cittadino del Pd, Alessandro Croce, fornisce una chiave di lettura poco rassicurante sul lavoro dell’attuale Amministrazione comunale. “A tre anni dal suo insediamento, il bilancio sull’operato dell’Amministrazione Ciciotti evidentemente non può essere lusinghiero. Alti proclami e propaganda elettorale a oltranza, continuata ben oltre la data delle elezioni del 2015, hanno fatto sì che le aspettative dei cittadini fossero molto alte ma le stesse, purtroppo per Capistrello, sono state sistematicamente tradite. Sono molti (diremmo troppi) i lavori pubblici promessi, iniziati e non portati a termine con un cattivo uso di ingenti risorse pubbliche distolte da altri obiettivi strategici. E quelli che sono stati portati a termine presentano profili di problematicità che non possono essere sottaciuti in quanto rappresentano ferite ancora aperte che, in futuro, genereranno danni ulteriori per le casse comunali. Non si può non ritornare sull’annosa incognita della sicurezza degli edifici scolastici: la telenovela, iniziata molti mesi orsono con notizie sempre contrastanti date dall’Amministrazione alle famiglie coinvolte, è ben lontana dall’approdare a una soluzione definitiva. I lavori sulla scuola elementare, iniziati di fatto durante le vacanze natalizie dell’anno appena passato peraltro con perdita di preziosi giorni di insegnamento, stanno continuando con un blando ritmo mentre i bambini seguono le lezioni. Ciò, ovviamente, crea apprensione perché non si capisce come si stiano gestendo i profili legati alla sicurezza del cantiere e comunque perché i lavori recano disturbo continuo all’attività didattica con enormi disagi per i bambini.

Il cantiere della scuola media, paradossalmente, è anche peggiore di quello della Santa Barbara. Vi è un corpo intermedio che è stato abbattuto nel mese di ottobre 2017 e che non si vede la strada di ricostruire, i lavori sulla palestra sono letteralmente fermi e i lavori sul corpo aule procedono con preoccupante lentezza e a singhiozzo. A ciò si aggiunga che proprio sulla palestra è stato risolto in danno il contratto di appalto con l’aggiudicataria ma non si è proceduto a chiamare la seconda in graduatoria, come prevede la legge, né a recuperare le somme che il Comune aveva anticipato all’appaltatrice originaria. Facile intuire che chi subisce i danni di tali colpevoli ritardi è sempre il Comune di Capistrello e la sua comunità.

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Intanto i nostri ragazzi viaggiano ogni giorno verso e da Avezzano con grandi spese, che il Comune sta sostenendo a causa di questa impasse, dovute non solo al trasporto scolastico ma anche all’affitto dell’immobile (di proprietà un privato individuato direttamente con la deliberazione di Giunta comunale n. 78 del 21.8.2017) nel quale sono state spostate le attività didattiche. Il tutto per qualche centinaio di migliaia di euro, come suol dirsi, a carico del contribuente. E la cosa più grave è che, di questo passo, alla riapertura del prossimo anno scolastico il rischio di essere ancora nella stessa situazione è concreto.

Che dovremmo dire poi della Piazza Risorgimento? Per carità di patria dovremmo tacere ma, ovviamente, non possiamo. I più attenti ricorderanno certamente che Ciciotti aveva annunciato sulla stampa l’inaugurazione della nuova piazza entro il 16 agosto dell’anno scorso. Ebbene ad oggi, vale a dire a ben otto mesi di distanza da tale fatidica data, piazza Risorgimento sembra un luogo bombardato, il cratere di un grave evento sismico. Un cantiere che stenta a partire e che viene lasciato spesso incustodito con grave responsabilità sia dell’Ente appaltante che dell’appaltatore (ed esposizione a conseguenti rischi di risarcimento di eventuali danni subìti da terzi) mentre i costi preventivati diventano fuori controllo e lievitano sulla scorta di deboli giustificazioni.

I (pochi) lavori portati a termine, come anticipato, non sono immuni da censure. Piazza dei Caduti sul Lavoro, ad esempio, è un oggetto non identificato, un punto del paese al quale è stata sottratta identità. Si poteva fare di meglio magari spendendo molto meno? Vista la contiguità della vicina Piazza Risorgimento, probabilmente sì. Intanto si è letteralmente massacrato un luogo di aggregazione come quello del mercato domenicale, tradizionale appuntamento di ritrovo per molti compaesani. Come si vede, dunque, non solo si spendono male i soldi che l’Amministrazione ha ricevuto in eredità ma si privano di identità i fulcri della socialità del paese. Il danno, in definitiva, è doppio e forse irrimediabile.

A conferma di un’approssimazione amministrativa che lascia basiti dobbiamo citare, purtroppo, anche altre criticità sistematicamente ignorate dall’Amministrazione come ad esempio: il centro di raccolta dei rifiuti promesso da tre anni e che non viene partorito mentre il territorio è sempre più sporco; la villa comunale abbandonata a se stessa; le frazioni lasciate ciascuna al proprio triste destino; il parco fluviale Rianza relegato a “fastidio amministrativo”; i cimiteri lasciati senza custodia; le strade sempre più dissestate e sporche e gli spazi verdi sempre meno fruibili; il dissesto idrogeologico che sta mettendo a rischio la viabilità e la sicurezza di diverse zone del territorio comunale. Basta fare quattro passi anche in aree centrali del paese per rendersi conto di tale stato di cose.

Come se non bastasse l’Amministrazione pena anche a gestire la macchina amministrativa. Segretari che scappano a gambe levate, bandi fatti, riaperti e poi annullati e successive convenzioni con comuni limitrofi per occupare i posti oggetto dei bandi annullati, procedimenti amministrativi che si bloccano e che non ripartono, soggetti esterni che rinunciano agli incarichi diretti loro affidati… e si potrebbe continuare.

Come piace ripetere a ogni occasione a Ciciotti, lo slogan di questa Amministrazione è: “La politica del fare”. Tuttavia alla luce di quanto evidenziato pare proprio che possa essere più corretto il motto: “La politica del fare, male.”

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