Capistrello. “Siamo esausti e amareggiati. Dopo richieste e solleciti per accedere agli atti amministrativi, come nostro diritto, ci siamo rivolti al Prefetto che ha chiesto all’Amministrazione comunale di dare seguito alle nostre legittime istanze. Tuttavia neanche l’intervento del Prefetto è bastato e ancora oggi, dopo mesi, non riusciamo ad ottenere copia degli atti. È una vergogna che vogliamo denunciare all’opinione pubblica – così in una nota i Consiglieri Dina Bussi, Chiara Di Felice e Vittorio Silvestri – le nostre istanze risalgono al 16 marzo scorso per ottenere copia dei documenti riguardanti le riserve per i lavori di Piazza Risorgimento, dove si è instaurato un contenzioso tra l’impresa e il comune. Il rifacimento di quella piazza è stato al centro di vibranti polemiche da parte dei cittadini per una serie di scelte molto discutibili dell’Amministrazione che ha di fatto stravolto quel luogo.
Sono state eliminate due strade carrabili, senza mai passare per la doverosa variante al piano regolatore, è stato demolito lo storico Chiosco della Musica, rimossa la storica fontana dello zampillo e realizzati lavori che negli anni si sono moltiplicati per oltre un miliardo di vecchie lire.
Il direttore dei lavori inizialmente incaricato, Arch. Miriam Maiorino di Roma, dopo diverse varianti al progetto originale, ha rimesso il mandato e citato il comune in Tribunale per ottenere il pagamento della parcella pari a € 22.580,17 con decreto ingiuntivo n. 135/2019 del Tribunale di Avezzano.
Ma non basta perché, anche con la ditta appaltatrice di Rieti, dopo le numerose varianti e modifiche progettuali, è insorto ovviamente un contenzioso con riserve a danno del comune per alcune centinaia di migliaia di euro. Basti pensare che più volte sono stati affidati lavori extracontrattuali per sottoservizi, cura del verde, modifica degli ingressi alla piazza generando spese extra per decine di migliaia di euro non previste in progetto. Per non parlare della pavimentazione: originariamente prevista con spessore di 2 cm è stata raddoppiata a 4 cm determinando un esborso di denaro pubblico notevole.
Di fronte a tutto questo ci siamo sentiti in dovere di chiedere accesso ai documenti amministrativi rivolgendoci a Sindaco e Segretario comunale che, con diverse giustificazioni, da mesi non consegnano quanto ci spetta per svolgere il nostro ruolo di Consiglieri comunali.
Ricordiamo a tutti che i Consiglieri comunali per legge possono avere accesso a tutti i documenti amministrativi, senza alcuna limitazione, come ha ricordato anche il prefetto nella recente nota invitando l’Amministrazione comunale ad adempiere rispettando il principio della trasparenza degli atti amministrativi
Abbiamo, dunque, nuovamente diffidato il Comune a consegnarci ad horas quanto richiesto e se non avremo risposte siamo pronti ad adire le vie legali.
Siamo di fronte ad un incomprensibile e inaccettabile atteggiamento dell’Amministrazione comunale: ma perché tanta reticenza a consegnarci le carte?”.