Tagliacozzo. E’ stata particolarmente vivace e non priva di momenti di imbarazzo e di idee in libertà, la pubblica adunanza, convocata per il pomeriggio di sabato, a Palazzo di Città, a Tagliacozzo, per fare il punto sulla recente ordinanza che respinge il ricorso, del Presidente Commissario Gianni Chiodi, sulla ordinanza del Tar che disponeva la riapertura del pronto soccorso h 24 dell’ospedale Umberto I e dei servizi ad esso connessi, analisi e radiologia. Sala consiliare gremita per ascoltare i politici intervenuti. Erano presenti il vice presidente del consiglio regionale Giovanni D’Amico, il consigliere regionale Walter Di Bastiano, il consigliere provinciale Pasqualino Di Cristofano e numerosi sindaci. Il Sindaco di Tagliacozzo, Maurizio Di Marco Testa, durante il suo intervento, ha ribadito la necessità di mettere in campo tutte le azioni per la piena attuazione di quanto disposto dall’ordinanza. Era prevista l’approvazione di un documento condiviso, ma da subito il clima teso è divenuto incandescente. L’assenza dei rappresentanti della commissione sanitaria, nominata dal sindaco, all’inizio del suo mandato, ha lasciato non poche perplessità. Non è intervenuta Rita Tabacco, presidente del comitato che da anni porta avanti la battaglia in difesa dell’ospedale, la quale per evitare polemiche ha abbandonato l’aula. “Una così importante vittoria – ci ha detto la Tabacco – non può essere sciupata con inutili diatribe da parte di coloro che vogliono assumere oggi ruoli da protagonista. Ho preferito evitare ogni contraddittorio chiedendo al sindaco di non far uso alcuno del documento a lui presentato da un cittadino membro del comitato ma non titolato a rappresentare lo stesso verso terzi. Rimane sereno il comitato – continua la Tabacco – in perfetta sintonia con le forze libere e sane della città compresi gli ex sindaci Rossi, Pendenza e Casale che hanno fatto la storia del presidio ospedaliero. Ciò che conta davvero è l’attività giuridica degli avvocati che chiederanno a breve l’urgente attuazione di quanto disposto dai giudici amministrativi. Questa vicenda è l’esempio che un atto aziendale nato da decisioni politiche può essere cancellato legittimamente dai magistrati di uno stato di diritto che riconoscono alla gente la tutela del diritto alla salute. Resta aperta la grande strada affidata alla corte costituzionale che dovrà decidere su l’essenza dei presidi marsicani a rischio”. Il consigliere Vincenzo Giovagnorio ha dato lettura di un documento prodotto insieme ai colleghi di opposizione e dal consigliere Gargano che anche in questa occasione ha preso le distanze dal modo di procedere della maggioranza. “Il Comune purtroppo, nella persona del sindaco, al Tar, non ha fatto nemmeno ricorso e sinceramente mi domando il perché. Non riesco nemmeno a crederci, anzi mi vergogno di tale scelta” ha detto Gargano durante il suo intervento e nel suo profilo facebook. “Oggi si apre una fase nuova – si legge nel documento – alla quale deve dare un grande contributo, non solo la politica locale, individuando i percorsi giusti per far rivivere la nostra struttura ospedaliera al massimo delle potenzialità, attraverso un esame serio di quelle che sono le reali esigenze sanitarie della Marsica per la garanzia dei livelli sociali di assistenza. È molto chiaro – si legge ancora – che alcuni servizi sanitari siano del tutto assenti nella nostra zona e quindi pensiamo che sia realisticamente e politicamente giusto indirizzare la nostra attenzione verso un Pronto Soccorso h24 con un minimo di quattro posti di osservazione breve”. Tanto è stato fatto in questi anni, tanto ancora c’è da fare. Politici, comitato e cittadini uniti, molto possono ottenere per un territorio che non può accettare di essere espropriato persino dei servizi essenziali. Gianluca Rubeo