Canistro. La Santa Croce Spa ha presentato alla Regione Abruzzo una diffida nei confronti della dirigente del servizio Risorse del territorio e attività estrattive dell’ente, Iris Flacco, “per non aver rispettato il segreto d’ufficio nel fare affermazioni che esulano dal suo ruolo, e per di più non rispondenti al vero, sui canoni che non sarebbero stati pagati dalla società per la sorgente Fiuggino di Canistro”. Nella diffida si chiede anche l’attuazione di un provvedimento disciplinare. Lo rende noto la stessa azienda dell’imprenditore molisano Camillo Colella. Il documento è firmato da Nicolino Montanaro, amministratore delegato e legale rappresentante della Sorgente Santa Croce Spa. Il riferimento è a un articolo uscito sul giornale online “AbruzzoWeb.it” in data primo dicembre 2017 che ha pubblicato l’intervista rilasciata dalla Flacco nella quale la stessa esprimeva sue valutazioni in ordine alla concessione mineraria “Fiuggino”, della quale la Sorgente Santa Croce Spa è titolare. In particolare, afferma che, per la concessione “Fiuggino”, “…non sono mai stati pagati i canoni”. “Tale affermazione non risponde al vero e, pertanto, visto il suo carattere lesivo – dichiara Montanaro – darà luogo a un’azione risarcitoria che la società intende intraprendere nei confronti dell’autrice di tale affermazione, che ha determinato un grave danno d’immagine, oltre che un danno di natura economica”.
Il rappresentante legale della Santa Croce evidenzia anche che, a suo dire, la dirigente “ha violato il dovere” di cui all’articolo 11, numero 2 del Regolamento disciplinare approvato con delibera di Giunta regionale numero 72 del 10 febbraio 2014, in forza del quale “i dipendenti della Giunta regionale devono rispettare il segreto d’ufficio e mantenere riservate le informazioni e le notizie apprese nell’esercizio delle funzioni di propria competenza”. Motivo per il quale Montanaro chiede che “venga attivato il procedimento disciplinare, la cui obbligatorietà non appare revocabile in dubbio, al fine di valutare la sussistenza dei presupposti per l’irrogazione nei confronti della dirigente delle sanzioni previste dalla normativa”. A tal proposito, va ricordato che il Tribunale amministrativo regionale ha accolto il ricorso dell’azienda contro la decisione della Regione, che aveva revocato la concessione della sorgente “Fiuggino” nel comune di Canistro, negando alla società l’imbottigliamento dell’acqua minerale.
Una sorgente, questa, di minore portata, rispetto alla “Sant’Antonio Sponga”, la cui concessione è stata revocata alla Santa Croce dalla Regione, a seguito di un ricorso vinto dal Comune, e riassegnata in via provvisoria con un nuovo bando nel marzo di quest’anno alla società Norda dei fratelli Pessina. Tutti passaggi impugnati dalla Santa Croce, che ha in atto un duro contenzioso con l’ente. A seguito del pronunciamento dei giudici amministrativi, che hanno fissato l’udienza di merito nel novembre 2018, il patron della Santa Croce, Camillo Colella, ha annunciato “il riavvio dell’attività industriale con l’assunzione di personale”, riaprendo i battenti per la produzione nello stabilimento di Canistro, di proprietà della Santa Croce Spa come pure il marchio.
Nell’intervista in oggetto la Flacco ha tuttavia affermato che il “Tribunale amministrativo regionale ha stabilito solo che se ne riparlerà tra un anno, invitando semplicemente la Regione a verificare gli atti. Per noi non cambia nulla, è stato giusto cancellare la concessione alla Santa Croce, per una sorgente, la Fiuggino, mai utilizzata”. Una presa di posizione che la Santa Croce contesta nel merito, e anche per la loro opportunità, riferita al ruolo dirigenziale ricoperto dalla Flacco. “Soprassedendo in questa sede da ogni considerazione in ordine alle opinioni espresse dalla dirigente – afferma infatti Montanato – che non possono essere condivise in quanto inconferenti, va segnalato che al dirigente regionale è inibito rilasciare dichiarazioni senza la specificazione che le stesse vengono rilasciate a titolo personale atteso che in difetto la responsabilità derivante da estemporanee dichiarazioni sono da ritenere riferibili alla stessa amministrazione che, pertanto, sarà tenuta a sopportare le conseguenze, anche in termini risarcitori, derivanti dalle dichiarazioni della propria dirigente”.