Canistro. Sulla richiesta di Colella di imbottigliare l’acqua minerale della fonte Sant’Antonio Sponga nelle more dell’aggiudicazione definitiva interviene l’avvocato Salvatore Braghini. “La Regione esamini pure la richiesta dell’imprenditore molisano ma tenga presente che la decadenza della concessione aggiudicata alla Sorgente Santa Croce è dovuta, in primis, all’annullamento del bando del 2015 in seguito al ricorso promosso dal Comune di Canistro contro la Regione ma anche alla revoca del titolo concessorio per irregolarità del DURC, e, a proposito, nessun procedimento giudiziale, trattato dal TAR dell’Aquila e dal Consiglio di Stato, ha mai dato ragione alla società”, ha commentato Braghini”
“Colella, dunque, dovrebbe dimostrare che ha sanato la predetta irregolarità”, ha continuato l’avvocato, “inoltre, per rendere credibile la sua proposta, questi dovrebbe prima sanare i suoi molteplici fronti debitori. Certamente quello con lo Stato, atteso il sequestro che ha subito per un valore di 20 milioni di Euro, trattandosi di soldi sottratti indebitamente alla collettività, ma ancor prima e soprattutto quello con i lavoratori della ex Santa Croce. Non può pensare di riprendere ad imbottigliare e di assumere quei lavoratori che per ottenere le spettanze retributive, il TFR e persino quote di fondo pensionistico integrativo, hanno dovuto presentare ricorso al Giudice del lavoro.
Altra condizione ineludibile è quella di cessare tutti i contenziosi pendenti al TAR dell’Aquila, altrimenti il ripristino dell’attività produttiva della Santa Croce potrebbe diventare il motivo per proporre altri ricorsi e per allungare i tempi di quelli esistenti, a detrimento dell’iter amministrativo che sta portando la Norda all’aggiudicazione definitiva. La proposta di Colella non può, inoltre, essere dissociata da un evento che l’opinione pubblica non conosce è cioè che il prestigioso pool di avvocati assoldato per due importanti contenziosi dalla Italiana Beverage, l’azienda che controlla la Santa Croce srl, hanno rinunciato al mandato. Si tratta dell’avv. Filippo Satta, professore ordinario di Diritto amministrativo alla Sapienza, e degli avv.ti Romano e Fragale, i quali hanno congiuntamente rinunciato a due mandati conferitigli dall’imprenditore molisano, tanto da far pensare che quella di Colella sia una proposta per deviare l’attenzione su altro e per dissimulare un momento di evidente difficoltà. Una delle due rinunce, infatti, si profila particolarmente grave per Colella, in quanto relativa al giudizio istaurato avanti al TAR per annullare la gara aggiudicata alla Norda, la cui udienza di discussione è prevista per il prossimo 8 novembre e alla quale mancherà il decisivo apporto del prestigioso studio legale romano.
Dunque, la compagine di Colella si sfalda. Peraltro, Colella in questi giorni ha accusato di nuovo la Regione e il Comune di Canistro, additando Lolli e Di Paolo come i responsabili della condizione dei lavoratori, che, invece, si erano rivolti ai vertici aziendali di Mediaset e persino al Parlamento per denunciare lo sconcertante paradosso che vede un imprenditore promuovere il marchio con ingenti esborsi di denaro senza pagare retribuzioni e TFR alle maestranze che quel marchio hanno servito con il loro lavoro. Quale credibilità può darsi a un imprenditore che accusa tutti e tutto cercando di ostacolare con ogni mezzo l’iter amministrativo intrapreso dalla Regione e dal Comune? In realtà, con l’abbandono dei suoi legali e con la funambolica proposta, Colella si scopre ancor più isolato nelle sue inutili ed interminabili battaglie legali e per questo accetta ancor meno che, invece, i lavoratori siano uniti contro di lui e che le istituzioni, Regione e Comune di Canistro in primis, cooperino con i fatti laddove lui riesce solo a dividere con le parole”.