Avezzano. È stato fissato per il 16 dicembre 2025 il maxi processo alla Corte dei Conti dell’Abruzzo per un presunto danno erariale da 19 milioni di euro ai danni del Cam Spa, il Consorzio acquedottistico marsicano. A giudizio andranno 21 persone, tra ex amministratori, sindaci, revisori e dirigenti. A stabilire la data è stato Bruno Domenico Tridico, presidente della Sezione giurisdizionale regionale della Corte.
Il procedimento nasce da un atto di citazione che imputa agli ex vertici del Cam – società pubblica in house con sede ad Avezzano e responsabile della gestione del servizio idrico nel territorio marsicano – una gestione irregolare protratta dal 2007 al 2017. Secondo la Procura, il lungo periodo avrebbe portato a un dissesto finanziario occultato nei bilanci, senza che si procedesse né alla liquidazione della società, né a una ricapitalizzazione, nonostante l’azzeramento del capitale sociale già emerso nel 2015. Tra i convenuti figurano: Gianfranco Tedeschi, Danilo Lucangeli, Ettore Scatena, Pasqualino Tarquini, Berardino Franchi, Pasqualino Di Cristofano, Andrea Ziruolo, Luca Erminio Ciarlini, Giuseppe Venturini, Lucia Falcetelli, Armando Floris, Fabio Coglitore, Antonio Lombardi, Antonino Lusi, Bruno Ranati, Dario De Luca, Mario Mazzetti, Mario Quaglieri, Paola Attili, Giovanni Di Pangrazio e Mariano Santomaggio.
Le posizioni di Paolo Pagliari, Lorenzo De Cesare e Ferdinando Boccia sono invece state archiviate, in ragione della brevità dei loro incarichi o per l’attività svolta con correttezza. Secondo l’impianto accusatorio, gli ex vertici avrebbero continuato l’attività sociale pur in presenza di un patrimonio netto negativo, nascondendo le perdite tramite operazioni contabili scorrette o ritardate. Le contestazioni includono anche la violazione di norme statutarie e del codice civile, nonché la mancata adozione di misure obbligatorie per la ricapitalizzazione o lo scioglimento della società. Nel bilancio 2017, l’allora nuova governance ha operato rettifiche patrimoniali per oltre 43 milioni di euro, evidenziando – secondo i consulenti della Procura – errori e omissioni contabili risalenti già al 2012. Il danno totale stimato a carico degli ex amministratori ammonta a quasi 19 milioni di euro, articolato in tre principali voci risarcitorie.
Dal fronte difensivo, sono state depositate numerose memorie che contestano le accuse e chiedono l’archiviazione. Molti dei chiamati in causa affermano di aver agito per il risanamento del consorzio, anche tentando – senza successo – un concordato in continuità nel 2013, poi respinto dal Tribunale di Avezzano. Altri sottolineano la mancanza di deleghe operative, rimandando le responsabilità all’assemblea dei soci pubblici, in particolare ai Comuni e all’Ersi, che – secondo loro – non avrebbero mai deliberato la messa in liquidazione.
Diversi convenuti sollevano anche l’eccezione di prescrizione, sostenendo che i termini per l’azione risarcitoria siano scaduti. Tra questi, Luca Ciarlini, Gianfranco Tedeschi, Andrea Ziruolo e Lucia Falcetelli ricordano di aver promosso, durante i rispettivi mandati, azioni correttive e segnalazioni preventive sui rischi connessi alla perdita del capitale. Altri ancora contestano la legittimità delle rettifiche del 2017, definite soggettive e tardive, e non basate su dati attendibili dei bilanci precedenti. Gli accusati dovranno costituirsi formalmente entro il 25 novembre 2025, presentando memorie difensive e documenti. L’udienza del 16 dicembre si preannuncia come un momento cruciale in uno dei procedimenti contabili più rilevanti degli ultimi anni in Abruzzo. Il processo non riguarda solo le responsabilità gestionali, ma anche il ruolo degli enti soci, il tema della contabilità nelle società partecipate e le modalità con cui si esercita il controllo pubblico sulle in house.