Avezzano. Dopo settimane di tira e molla il consiglio di sorveglianza, presieduto dal sindaco di Capistrello, Antonino Lusi, ha preso la decisione di ritirare l’incarico al presidente Lorenzo De Cesare, in quota per il Comune di Avezzano. La decisione è stata presa nella tarda serata di ieri e ha scatenato le ire del rappresentante Ferdinando Boccia che ha chiamato i carabinieri. Ci sono stati momenti di tensione. Una pattuglia è intervenuta sul posto. Sarebbero tre i motivi che hanno portato il consiglio a sollevare De Cesare dall’incarico, accusato di essere poco collaborativo sulla linea del risanamento.
In sostanza, sembra che De Cesare preferisse la linea del commissariamento o di una procedura fallimentare, mentre i sindaci marsicani soci del Cam mirano all’opzione del risanamento. Su chi abbia ragione su questo punto, solo il tempo potrà rivelarlo. Un altro motivo addotto dal consiglio per cacciare De Cesare riguarda il decreto legislativo 39 del 2013 secondo cui un ex assessore di un Comune sopra i 15mila abitanti, come è Avezzano, non può ricoprire cariche come quella in questione. De Cesare è stato assessore nella precedente amministrazione comunale guidata da Antonio Floris. Questo era il punto contestato da Ferdinando Boccia secondo cui la norma, entrando in vigore il 4 maggio, non era retroattiva. Un’altra motivazione per la defenestrazione di De Cesare riguarda una lettera del 16 aprile in cui l’Ato chiedeva che le figure di presidente e amministratore delegato, per la spending review dovevano essere concentrate in un unico soggetto. Difatti l’amministratore delegato e direttore generale, Luca Ciarlini, ha assunto anche l’incarico di presidente della società. Secondo la maggioranza del Comitato di sorveglianza, inoltre, anche per i lavoratori hanno più tutela con un’amministrazione che vuole il risanamento piuttosto che con un commissario che fa tagli in maniera indiscriminante.
Insomma, tutti questi fattori non potevano non portare al siluramento di De Cesare che, secondo voci di corridoio, sindaci marsicani permettendo, sarà sostituito da un altro nome espresso dal sindaco di Avezzano Gianni Di Pangrazio.
Tutto a posto, quindi? Niente affatto. Resta il problema del debito da oltre 50 milioni di euro da ripianare. Al Cam si parla di uno stop alle polemiche e alle guerre interne per iniziare a lavorare in modo costruttivo. Ma queste sono solo idee e buoni propositi, finora sempre smentiti dai fatti. La colpa? Per ognuno e sempre dall’altra parte. E’ stata invece stralciata dal piano la parte riguardante gli esuberi.