Avezzano. Il Cam ha un debito di circa 60 milioni, ma quello che più interessa sembra la diatriba legata alle poltrone, alle esclusioni, alle nomine e allo scontro politico reciproco tra schieramenti di centrodestra, di centrosinistra e anche trasversale e addirittura interno ai partiti. Una soap opera da illimitate puntate che però fa poco breccia tra gli interessi della popolazione, che è più preoccupata per la bolletta piuttosto che di manovre interminabili e di ripicche inconcludenti. Insomma, si litica, e tanto, per come e, soprattutto chi, deve gestire il Consorzio acquedottistico marsicano. E questo, naturalmente, potrebbe rubare tempo all’attività di risanamento. L’ultima puntata di una telenovela infinita la scrive Lorenzo De Cesare impugnando la revoca da Presidente del Cam: l’ex consigliere comunale di Avezzano messo alla porta dal Consiglio di sorveglianza, guidato dal sindaco di Capistrello, Antonino Lusi, in netta contrapposizione con il revisore dell’organismo di sorveglianza, Ferdinando Boccia, porta il contestatissimo verbale in Tribunale. Obiettivo: cancellare quella decisione in netto contrasto anche con la volontà della maggioranza dell’assemblea dei soci del Cam. Il ricorso ex art 700, che potrebbe rimettere in sella De Cesare e disarcionare il suo sostituto Andrea Ziruolo, (frutto di un accordo trasversale Pdl e Lusi disconosciuto anche dal Pd, partito del sindaco di Capistrello), sarà discusso il 15 luglio.
Alla base del voluminoso dossier presentato in Tribunale da De Cesare l’assenza di motivazioni di legge o sull’operato. “Abbiamo sempre sostenuto la correttezza dell’azione di De Cesare”, afferma Ferdinando Boccia, “che è stato revocato senza alcun motivo concreto dalla Presidenza del Cam mentre stava operando per dare un nuovo corso alla società. De Cesare aveva rinunciato anche al 15% delle indennità e avviato una serie di operazioni per ridurre i costi di gestione e le spese per gli incarichi esterni”. Ora si pensa già alla prossima puntata. (p.g.)