Il Pescara, noto anche come Delfino Pescara, milita in questa annata nella Serie C, che coincide con la terza divisione del campionato di calcio italiano. Il rendimento nel Girone B non è dei migliori ma secondo gli addetti ai lavori, coloro che hanno sotto mano le statistiche e conoscono elementi come il cashout nelle scommesse, l’obiettivo playoff può dirsi possibile. Sicuramente il blasone della squadra è un elemento importante da tenere in considerazione, anche se non basta a permettere la risalita in cadetteria.
Sono circa 90 gli anni di storia del Pescara e attraverso decenni ha toccato vette molto alte e altre altrettanto basse. Anche nei momenti di maggior gloria, tuttavia, non si è mai tolto di dosso l’etichetta di squadra provinciale, non riuscendo mai nel salto di qualità vero e proprio. Guardando al palmarès, i biancazzurri hanno trionfato in tutto in cinque campionati. Per due volte si sono imposti in Serie B (1986-1987, 2011-2012), una volta hanno trionfato in Serie C (1973-1974), ma non mancano i successi anche in Serie D (1972-1973) e nella Promozione (1951-1952).
Il primo momento di gloria da segnare in rosso negli annali del Pescara è senza dubbio la storica promozione in Serie A. Sotto la guida del presidente Armando Caldora e il tecnico della prima squadra Giancarlo Cadè, gli abruzzesi arrivarono al secondo posto in Serie B, conquistando la promozione automatica al massimo campionato italiano. L’esordio è datato 1977-1978 ma è da dimenticare: la permanenza in A dura una sola stagione, ai vertici societari si verifica un nuovo cambio. Risulta però scolpito nella memoria abruzzese il trionfo per 2 a 1 contro Inter e Torino, compagini con un tasso tecnico infinitamente maggiore rispetto ai pescaresi. La fine del decennio degli anni ’70 si conferma essere tra i più propositivi della storia del Pescara, che rimane in cadetteria un solo anno per poi tornare in Serie A già la stagione seguente, ma anche in questo caso fu una parentesi di un solo anno, culminata con il ritorno in Serie B ed in seguito la caduta in C.
Il secondo momento di gloria del Pescara inizia nel 1986, quando grazie al fallimento del Palermo, la compagine biancazzurra è ripescata per la Serie B. A guidare gli abruzzesi fu Giovanni Galeone, che riuscì ad andare contro tutti i pronostici e a trovare la qualificazione nel massimo campionato italiano. Anche in questo caso, tuttavia, si è trattato di una parentesi di poco conto. In tempi molto più recenti, si può definire come storica l’annata 2011-2012, quando sulla panchina siede Zdenek Zeman (tornato di recente sulla panchina abruzzese ma costretto allo stop per problemi di salute). I biancazzurri riescono a centrare l’obiettivo Serie A grazie a giocatori che negli anni a venire faranno la storia del calcio italiano: Ciro Immobile, Lorenzo Insigne e Marco Verratti. Il primo, dopo un lungo girovagare in Europa, ha trovato la sua dimensione definitiva in casa Lazio, il secondo ha legato la sua carriera europea alla maglia di Napoli mentre il terzo ha scelto come destinazione Parigi e il Paris Saint-Germain, prima di emigrare nel nuovo campionato arabo. Gli artefici della promozione hanno perciò scelto altri lidi e la squadra si trova senza il loro apporto per la stagione in Serie A, che si conclude inevitabilmente con la retrocessione in cadetteria.