Avezzano. “Siamo rimasti meravigliati quando il barista, al momento della consegna dello scontrino, ci ha detto: parlate straniero e per questo dovete pagare il caffè più caro”. E’ questo il racconto, pubblicato dal Messaggero, della ragazza straniera che era con due connazionali a un bar di Avezzano quando si sono ritrovati a pagare il caffè 1.20 euro piuttosto che 0.80. Quaranta centesimi in più per ogni caffè che non sono andati giù ai tre stranieri, tanto che si sono rivolti a un legale per fare chiarezza sulla vicenda e capire se ci sono gli estremi per un reato di razzismo. “Noi parlavamo arabo solo perché non conosciamo ancora bene l’italiano e non per altri motivi”, racconta l’altro magrebino che si è trovato a pagare il conto. Secondo l’avvocato di fiducia si sarebbe trattato di un atteggiamento razzista e per questo intende denunciare l’accaduto alle autorità. Non la pensano così però molti cittadini e avventori del bar secondo cui si è trattato solo di una reazione a diversi casi di criminalità che hanno interessato la zona del quadrilatero e del centro di Avezzano che hanno visto protagonisti degli stranieri. “Il titolare voleva scongiurare la presenza di stranieri nel suo locale”, ha spiegato un cliente al quotidiano romano, “per difenderne il buon nome dato che negli ultimi tempi ci sono stati episodi di delinquenza”. C’è però anche chi difende la pari dignità delle persone: “gli stranieri, come gli italiani, non sono tutti uguali e se si generalizzasse sempre in base alla nazionalità allora dovremmo dire che tutti gli italiani non hanno voglia di fare niente visto che nel Fucino lavora quasi esclusivamente stranieri”. Il dibattito rimane aperto, in attesa della decisione delle autorità su un caso così emblematico.