Avezzano. La Cartiera Burgo investe 6 milioni di euro per ridurre i consumi e tutelare l’ambiente e si prepara a destinare nuovi fondi per virare verso il “green”.
Compete con i più grandi colossi europei e punta tutto sulla qualità. La “nuova” Cartiera Burgo, nata dalla riconversione della vecchia fabbrica dove si produceva esclusivamente carta patinata, ha nuove sfide e nuovi obiettivi davanti. Uno su tutti l’ecosostenibilità. IL TOUR. Cosa si cela dietro i cancelli di via Leonardo da Vinci, nel cuore del nucleo industriale di Avezzano, in pochi lo sanno.
Uno stabilimento di centinaia di metri quadrati dove un tempo si produceva carta patinata da cellulosa vergine e pasta legno e ora invece si realizza cartoncino per scatole e scatoloni. L’azienda ha deciso di chiamare a raccolta le famiglie dei 150 dipendenti, le istituzioni e i cittadini curiosi per mostrargli il processo di produzione del cartoncino, ma anche le strutture e i macchinari utilizzati in produzione.
La guida è stato l’ingegnere Daniele Beretta, manager del gruppo Burgo, che ha illustrato passo passo ai presenti il processo grazie al quale la carta riciclata viene lavorata e diventa cartoncino. L’impianto originale dove avviene una delle fasi di lavorazione è del 1978. Prima lavorava 400 metri di carta al minuto, oggi arriva a 740. All’interno della centrale termica ci sono circa 10mila spie che devono essere costantemente controllate perchè influenzano il processo. Vengono impegnati in media 7.500 metti cubi di gas a ciclo, di cui il 45 per cento sono recuperati attraverso il vapore.
Ogni giorno vengono create bobine di cartoncino di diversi colori e di diversa grammatura. Alcuni con una parte bianca più facile da stampare, altri semplicemente marroni. In un’area dell’azienda vengono effettuati test di perforazione e di resistenza per capire se il prodotto è valido o no. LA RICONVERSIONE. Nel 2016 venne annunciato il processo di riconversione da carta a cartoncino con un investimento di 20 milioni di euro.
“Fu un lavoro di mediazione incredibile”, ha ricordato il sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, presente insieme al vice, Domenico Di Berardino, a diversi consiglieri e al sindaco di Canistro, Gianmaria Vitale, all’open day, “riuscimmo a portare avanti una trattativa grazie all’impegno della Regione e a garantire a questa città un’importante realtà come la Cartiera. Molti nostri conterranei partirono verso il nord d’Italia pur di non perdere il posto di lavoro. Per loro e per le centinaia di famiglie che si trovavano abbiamo lottato e abbiamo ottenuto risultati che oggi sono sotto gli occhi di tutti”.
Il processo di riconversione ha permesso alla Cartiera non solo di sopravvivere alla crisi della carta, ma anche di diventare un polo di eccellenza. “Questa Cartiera compete con i più grandi gruppi europei proprio perchè ha puntato sulla qualità”, ha affermato Massimo Sobrero, direttore commerciale di Burgo, “è tra le prime quattro cartiere in Italia ed è l’unica a utilizzare fonti di energie rinnovabili. Qui si fanno 12 prodotti diversi, tutti quelli che esistono sul mercato. E soprattutto si realizza carta di eccellenza europea, la stessa che fanno a Monaco, ad Amburgo o a Berlino.
I clienti italiani considerano Avezzano una cartiera Europea”. SOSTENIBILITÀ. Oltre alla qualità la Burgo si è fissata un altro obiettivo da raggiungere nel processo di riconversione: l’ecosostenibilità. Oggi la Cartiera produce 250mila tonnellate di cartone l’anno da carta riciclata ed è uno stabilimento di eccellenza qualitativa anche per l’attenzione che ha verso l’ambiente.
“Siamo partiti sulla riconversione con un importante investimento”, ha affermato Valerio Forti, direttore della gestione della sicurezza e della tutela ambientale, “poi abbiamo speso ulteriori 6milioni di euro per ottimizzare il sistema e utilizzare il vapore creato all’interno del sito. Siamo ancora in una fase di studio ma si parla di un grande investimento da diversi milioni di euro sia per tutto il gruppo, e nello specifico per questo sito, grazie al quale verranno utilizzati dei depuratore anaerobici a biogas per l’alimentazione, ma anche dei campi fotovoltaici e altri interventi di efficientamento per essere sempre più sostenibili”.