Avezzano. In un freddo pomeriggio di gennaio del 2005, un gruppo di amici si ritrova con una missione: non lasciare che la passione per il rugby giocato svanisca. Arriva, prima o poi, il momento di appendere le scarpe al chiodo, togliere le fasciature e riporre nel cassetto caschetto, pettorina e paradenti. Ma chi ama lo sport ne conosce l’eternità e, pertanto, chiusa una porta se ne apre un’altra. Ed è così che il mondo della palla ovale a tutte le latitudini riesce a riciclarsi e rinverdirsi, dare continuità alla passione e all’amicizia nata sui campi da gioco, negli spogliatoi e durante il Terzo Tempo, il cuore pulsante del gioco del rugby.
Perché, nonostante il professionismo e la competizione, l’esposizione mediatica in continuo crescendo e la globalizzazione di uno sport che fino a trent’anni fa era sdoganato in pochi Paesi, resta pur sempre un gioco e, quindi, un divertimento. Nel rugby le squadre Old sono composte da giocatori o ex giocatori che per ragioni anagrafiche non possono più militare nelle squadre seniores ma possono, invece, giocare in questa categoria dove, a scanso di equivoci, si fa sul serio. Era un freddo pomeriggio della fine di gennaio del 2005 quando Danilo Ranalletta, Loreto Sorgi e Valentino Pelino, tre ex giocatori dell’Avezzano Rugby si ritrovarono per dare sbocco a quest’idea. Sono passati vent’anni da allora e oggi il club giallonera ne festeggia la ricorrenza.
L’Old Avezzano Rugby ha da subito avuto il coraggio di sognare: tornei casalinghi, trasferte in Italia e all’estero, incontri dove il risultato contava meno del legame tra chi scendeva in campo. Nomi storici come Roberto Scoccia, Mario “Quintale” Di Renzo, Marco Buzzelli, Alberto Santucci (allora anche allenatore della prima squadra) e altri furono protagonisti di questa rinascita sportiva. La squadra non fu solo un ritrovo nostalgico, ma un vero laboratorio di continuità, dove si sono incrociate generazioni e provenienze diverse. Non mancavano, infatti, giocatori provenienti da altre realtà abruzzesi, Pescara, Sulmona, a testimoniare la forza aggregativa del progetto.
Vent’anni dopo quella prima stretta di mano al campo, l’Old Avezzano Rugby festeggia l’anniversario con un evento speciale che racchiude lo spirito originario: agonismo e convivialità. Due le fasi previste nella giornata odierna: alle 15:00 circa, il fischio d’inizio della parte agonistica con l’amichevole contro una franchigia composta da Autumn (nati come Old della Primavera Rugby) e Gran Riserva Roma Rugby (nati come Old del Cus Roma). Successivamente sarà la volta del “terzo tempo” che non è solo un pranzo o una birra, ma un rito di appartenenza. Alla fase conviviale parteciperanno anche i fondatori del club del 1977, insieme ad ex giocatori e dirigenti che hanno fatto la storia dell’Avezzano Rugby, in un simbolico abbraccio tra epoche diverse. Venti anni di Old non sono solo un traguardo, ma un modo per raccontare che il rugby non finisce con l’ultima partita ufficiale. In ogni touche, in ogni placcaggio alleggerito dagli anni, in ogni brindisi dopo il match, c’è l’eco di qualcosa di più grande: l’amicizia, il rispetto, il valore della memoria sportiva. L’Old Avezzano Rugby non è una squadra di ex giocatori. È una comunità viva, in cui il tempo non si misura in trofei ma in storie condivise. E questa storia, iniziata vent’anni fa in un pomeriggio di gennaio, continua a scriversi ogni volta che qualcuno allaccia gli scarpini e sorride tra vecchi amici.