Avezzano. Più di 4.700 film proiettati per tre milioni e mezzo di spettatori. Questi i numeri che il Multiplex Astra può vantare in venti anni di storia. Nel corso di queste due decadi è cambiato il mondo del cinema, della promozione culturale e del suo divenire parte integrante del tessuto sociale di un territorio. Per Avezzano e la Marsica non è stato differente. L’Astra, come viene comunemente chiamato, è qualcosa di più di un semplice cinema, è tra i maggiori punti di aggregazione per adulti e bambini del territorio.
“Ricordo bene quel dicembre del 1999. Era la classica giornata invernale, fredda e umida. La mattina c’era una nebbia fittissima, non si vedeva neanche l’insegna – rammenta Fabio Neri, direttore del Multiplex Astra fin dalla sua apertura, – Impossibile dimenticare quando da Barcellona inviarono le poltrone da mettere nelle varie sale. Pesavano un’accidenti. Trasportarle fu estremamente faticoso ma, col senno del poi, anche divertente. Ho seguito la costruzione passo passo, come fosse casa mia. Ero presente 18 ore al giorno. E’ stato come assistere alla nascita di un figlio. Il primo film proiettato fu ‘Giorni Contati’ con Arnold Schwarzenegger”.
Per Fabio la passione per il cinema parte da lontano, fin da quando, ai tempi in cui frequentava l’università, staccava i biglietti nei cinema romani. Una passione irrefrenabile, nata grazie allo storico cinema Impero di Avezzano, luogo che ha cresciuto intere generazioni di marsicani e che ora non c’è più. Al suo posto, un palazzo. “Questa cosa mi ha colpito molto, è stato un gran dispiacere. La sua chiusura mi ha fatto male, lo ammetto. Ritengo che, con una politica più lungimirante, avrebbe potuto essere salvato e riconvertito in una nuova veste”.
“E’ anche grazie a quel posto se il mio amore per il cinema è cresciuto e si è sviluppato. L’Astra è diventato per la Marsica ciò che l’Impero era per Avezzano e averne preso l’eredità è stata una responsabilità esaltante. Il cinema è luogo di cultura e conoscenza, capace di sviluppare una capacità critica e di analisi che si riverbera nella nostra vita, influenzandone il prosieguo in tutte le sue fasi e in tutti i suoi campi. E’ volano culturale e altresì economico. E chissà che la chiusura dell’Impero non sia stato il vero preambolo alla crisi che ora vive il centro città”.
Nel corso della storia il cinema ha superato momenti di profonda crisi, pensiamo alla nascita della televisione, di sky o delle piattaforme di streaming. Il cinema era sempre dato per morto e invece si è rigenerato, riprendendosi il suo posto all’interno della società. Il cinema non morirà mai e di esso ne avremo sempre bisogno.
In questi venti anni il cinema Astra si è attestato anche e soprattutto come luogo di socialità sicura. Mai atteggiamenti sopra le righe da parte del pubblico, mai scene di aggressioni verbali o, peggio ancora, fisiche. Una sicurezza certificata dalla presenza di numerose famiglie con bimbi al seguito e da comitive di adolescenti che, entusiasti, trovano nel cinema un rifugio sicuro. “La fiducia di una mamma che lascia il figlio di 10 anni sapendo che in sala è al sicuro, è per noi motivo di orgoglio. Si fidano di noi e noi ci fidiamo del loro atteggiamento in sala. Il pubblico marsicano, adulto o adolescente che sia, è estremamente educato e rispettoso del luogo e della struttura”. Il maleducato, infatti, è l’eccezione.
Quattromila e settecento film proiettati pesano, esattamente come i tre milioni e mezzo di spettatori che hanno affollato le sale. Questo ha consentito una crescita culturale importante ma anche una maggiore consapevolezza del film in quanto prodotto. “C’è gente che avrà visto duemila o tremila film“, afferma Fabio “Il nostro ruolo, ma quello del cinema in generale, è quello di formare le persone. Le abitudini sono cambiate, ricordo, ad esempio, che la fila al cinema si faceva all’esterno anziché all’interno. Indimenticabile lo stupore, da parte della gente, nel vedere quelle enormi macchine da popcorn. Spacciammo un dolby tutto sommato “normale” per uno incredibile. Tutti rimasero estasiati, fu un bellissimo momento di genuinità e passione, indice della voglia di avere uno schermo cui restare incollati”.
“Di cosa vado davvero orgoglioso? Del rapporto con le scuole, ad esempio, con i professori presenti al loro interno che in questi anni si sono adoperati per i cineforum e per portare i piccoli studenti. Solo nel 2018 abbiamo avuto circa 8.000 presenze. Sono loro il futuro, sono loro che devono essere coltivati e messi nelle condizioni di capire il potenziale del linguaggio cinematografico. Ho seguito le persone in un ciclo di vita. Ho conosciuto fidanzati al tempo in cui avevano 16 o 18 anni, si sono sposati, hanno avuto figli e sono tornati coi propri figli a vedere i cartoni animati. E’ bellissimo, come una famiglia allargata”.
E se il cinema Astra fosse un film, magari uno di quelli proiettati in questi anni, quale sarebbe? “Il Gladiatore, con la certezza che ci sarà un seguito”. Tanti auguri, allora, e, come si diceva una volta, cento di questi giorni.