Avezzano. Sulla vicenda sia i consiglieri del Fli, Gino Di Cicco e Vincenzo Ridolfi, sia il consigliere di opposizione Roberto Verdecchia di Rinnovamento e partecipazione, inviano due lettere aperte al sindaco Antonio Floris. Di seguito i due documenti.
Roberto Verdecchia:
«L’umiltà è una virtù di pochi, la riconoscenza verso i meriti altrui addirittura non appartiene a nessun amministratore figlio ed interprete del più becero “berlusconismo”. Ultimi testimoni, in ordine di tempo, sono gli amministratori cittadini, che dovrebbero ringraziare, invece di offuscare i meriti, dei gruppi di opposizione che facendo tesoro di quanto emerso dalla relazione dell’attento collegio sindacale hanno espresso la loro perplessità sul credito maturato dal comune di avezzano nei confronti della società partecipata CAM dal 2006 al 2010 pari a 1.300.000,00 euro e la criticità sul perché non si fosse attivata nessuna procedura per il recupero degli stessi, mentre si era tanto solerti ad anticipare i tempi previsti dalla legge per rimpinguare le casse comunali sottraendo dalle tasche dell’intera cittadina 1.000.000,00 di euro aumentando l’addizionale IRPEF dall0 0,2 allo 0,4%. Colta in flagranza la giunta, dopo la denuncia dell’opposizione avvenuta nel corso del Consiglio Comunale del 15/04 ultimo scorso, si vedeva costretta a cucire l’ennesima toppa; tant’è che nel pomeriggio dello stesso giorno provvedeva ad elaborare una pessima transazione con la società debitrice, alla quale non solo non venivano addebitati gli interessi dal 2006 ad oggi , ma si concedeva la possibilità di rateizzare il debito di ulteriori 5 anni e solo per la sorte capitale. Ad essere in ritardo, dunque, non è l’opposizione ma l’intera giunta comunale alla quale con tutta probabilità dà fastidio l’attenzione che l’opposizione presta affinché si scoprissero le “magagne” e si facesse in modo che queste non penalizzassero i cittadini inconsapevoli succubi di un’amministrazione poco incline a tutelarne i diritti. Nessuno vuole la “morte” del CAM, che occupa tra l’altro circa 130 dipendenti, comunque in evidente soprannumero rispetto al fatturato ed ai servizi svolti e non vogliamo aggiungere ulteriori commenti , lasciamo dedurre le conseguenze, come al solito, a chi è costretto a pagarne le spese. Per evitare di non essere tempestivi ribadiamo, fin da oggi, che sorveglieremo attentamente che le rate concesse al CAM vadano a buon fine nei tempi previsti dalla transazione capestro ed anzi cogliamo l’occasione per sollecitare gli amministratori del nostro comune a sensibilizzare il CAM affinché provveda a pianificare il pagamento dei debiti anche nei confronti di altri enti che da anni hanno affittato le reti idriche al Cam e lo stesso si è guardato bene dal corrispondere le somme dovute,(vedi Consorzio nucleo industriale); rammendiamo a noi stessi ed a tutti, qualora ce ne fosse bisogno, che il CAM in quanto società partecipata ci vincola a responsabilità dirette per le quali potremmo essere chiamati a rispondere. Ad ogni buon conto, ci farebbe piacere se il Sindaco e il competente assessore tenessero presente la segnalazione che emerge dalla relazione del Collegio Sindacale che palesa una falsa comunicazione sociale per circa 1.700.000,00 euro che comporterebbe, se fosse comprovata, un ulteriore un ulteriore debito di 367.000,00 euro che sommata all’uleriore quota della falsa comunicazione sociale delle intere somme sommerse (bilancio 2008) avrebbe conseguenze catastrofiche. Al lettore lasciamo calcolare le somme ed al cittadino pagare le differenze».
Gino Di Cicco e Vincenzo Ridolfi:
«Sindaco, facendo seguito alla sua risposta in tema di bilancio, mi meraviglia che Lei, che viene dalla destra storica, scriva di aver bisogno dell’opposizione per essere stimolato a comportamenti virtuosi. Quando Lei parla di una lunga serie di incontri con i vertici del CAM, sono portato a pensare che di questa iniziativa Lei non ne aveva parlato con nessuno, perché i revisori dei conti il 08/04/2011, data di stesura del loro parere al bilancio, Le consigliano di procedere all’inoltro di decreto ingiuntivo per recuperare il credito. In consiglio comunale del 15/04/2011, giorno del presunto accordo, nessun consigliere di maggioranza ne ha parlato a conferma del dubbio prima espresso, cioè nessuno sapeva della sua iniziativa e nè tantomeno lei ha dato risposta a tal riguardo sulla interpellanza sia del sottoscritto che del Consigliere Verdecchia. Le si ricorda, altresì, che il presunto accordo alla stato non sembrerebbe esserci, visto che solo in pari data, dal Consiglio è pervenuta una proposta transattiva da parte dell’Ente debitore che dovrà ancora essere discussa nella sede opportuna. Nella parte finale, Lei con orgoglio mi conferma che un debito iniziato nel 2006 probabilmente sarà estinto nel 2016, dieci anni dopo senza pagare interessi e senza nulla dire sulle eventuali garanzie. Questa procedura mi ricorda quella adottata per il recupero della somma dovuta da un imprenditore che ha estratto materiale da una cava per anni ed ora ha raggiunto l’accordo per pagare € 126 000, questi con interessi, in cinque rate, ma anche questo credito è vecchio di qualche decennio. Per la seconda volta in pochi giorni, Lei parla di mantenimento di posti di lavoro e fa bene, peccato che per altri lavoratori non abbia mostrato uguale attenzione, ma forse dimentichiamo che i 130 dipendenti del C.A.M. sono anche e soprattutto di altri luoghi più vicini all’attuale Presidente. Sono in campagna elettorale? Si vada a rileggere il documento che Lei e la sua maggioranza ci avete proposto in occasione del consiglio comunale sui precari della ASL dove, atterriti, non avete voluto togliere il nome del vostro mamma santissima. Le sue amministrazioni, hanno mostrato troppe volte una eccessiva attenzione alle richieste dei privati a rivedere gli accordi presi in precedenza. Chiudo con un consiglio: i privati interessati al contratto di quartiere hanno un impegno con l’amministrazione per € 1 148 000 ed € 192 000, a distanza di diversi anni è giunto il tempo per incominciare ad incassare almeno una parte di quei importi. Quando vuole, possiamo anche parlare seriamente delle scuole».