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Bruxelles non è stata un punto di arrivo, Confagricoltura Abruzzo: “l’agricoltura chiede continuità”

Redazione Abruzzo di Redazione Abruzzo
23 Dicembre 2025
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L’Aquila. La manifestazione europea che si è svolta a Bruxelles ha rappresentato uno dei momenti di mobilitazione più significativi degli ultimi anni per il settore agricolo. Nel cuore politico dell’Unione Europea, in concomitanza con il Consiglio europeo, migliaia di agricoltori provenienti da tutti i Paesi membri hanno portato in piazza una richiesta semplice e condivisa: riconoscere all’agricoltura il valore strategico che merita.

 

 

Una mobilitazione imponente, per dimensioni e partecipazione, che ha visto la presenza di una moltitudine di organizzazioni agricole europee e una forte rappresentanza territoriale, a testimonianza di un disagio diffuso ma anche della volontà del settore di incidere nel dibattito comunitario. Al centro della protesta, la riforma della Politica agricola comune (PAC) e la necessità di interventi concreti a tutela della produzione agricola europea.

Confagricoltura Abruzzo esprime soddisfazione per l’esito dell’iniziativa, che ha contribuito a riaprire un confronto politico su temi centrali come la futura PAC, il livello delle risorse disponibili, la semplificazione burocratica e il principio di reciprocità negli scambi commerciali, elementi decisivi per garantire competitività, produzione e sicurezza alimentare.

“Da Bruxelles è arrivato un segnale che va nella direzione giusta, ma ora serve concretezza”, afferma Fabrizio Lobene, presidente di Confagricoltura Abruzzo. “Da tempo sosteniamo che l’agricoltura è un settore fondamentale per l’Unione Europea e come tale va governato: servono risorse adeguate, una visione chiara e politiche capaci di accompagnare le imprese in uno scenario sempre più complesso”.

Nel corso della mobilitazione è stato ribadito con forza che l’agricoltura europea garantisce ogni giorno sicurezza alimentare e qualità ai cittadini, sostenendo costi elevati per rispettare standard produttivi, ambientali e sanitari tra i più stringenti al mondo. Proprio per questo, l’apertura dei mercati internazionali non può prescindere dal rispetto del principio di reciprocità.

“Il mercato europeo è un punto di riferimento globale e va tutelato”, prosegue Lobene. “Non possiamo aprirlo a produzioni che non rispettano le stesse regole imposte alle nostre aziende. Senza reciprocità, il rischio è quello di creare una concorrenza squilibrata che penalizza chi lavora nel rispetto delle norme”.

Le richieste emerse a Bruxelles si riassumono nella necessità di una politica agricola realmente unitaria, con un budget coerente con le sfide attuali, meno burocrazia e una visione orientata alla crescita. In caso contrario, il rischio per l’Unione Europea è quello di indebolire uno dei suoi pilastri storici proprio mentre le altre potenze mondiali rafforzano i propri sistemi produttivi.

Un tema strettamente legato anche al futuro delle nuove generazioni.

“Per i giovani agricoltori questa mobilitazione ha avuto un significato molto concreto”, sottolinea Erminio Pensa, presidente dei Giovani di ANGA Abruzzo. “Non chiediamo sussidi, ma politiche che ci permettano di essere imprenditori, di investire e di programmare il futuro. Senza certezze e senza una visione di lungo periodo, il rischio è quello di perdere una generazione pronta a costruire competitività e innovazione”.

La mobilitazione di Bruxelles ha riaperto un confronto necessario. Ora è il tempo di lavorare nel merito delle decisioni, affinché le politiche europee sostengano davvero chi produce, investe e garantisce sicurezza alimentare ogni giorno.

E, con una nota di ironia, Fabrizio Lobene conclude: “Speriamo che, tra una tavola imbandita e un panettone di troppo, qualcuno a Bruxelles trovi anche il tempo di riflettere seriamente sul valore dell’agricoltura. Perché senza chi produce cibo, le feste finiscono in fretta”.

Tags: abruzzo
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