Avezzano. Sono accusati di un pestaggio nei confronti di uno straniero al quale averbbero cosparso la macchina di benzina, con l’aggravante dell’odio razziale. Si tratta di sei marsicani, cinque di San Benedetto dei Marsi e uno di Pescina, nei confronti dei quali la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio. L’udienza è stata fissata per il 12 maggio prossimo. Tra loro sotto indagine anche un carabiniere, accusato tra l’altro di avere abusato delle proprie funzioni pubbliche, e Fabio Sante Mostacci, il giovane recentemente indagato per la vicenda che riguarda la sparizione e la morte del 51enne Collinzio D’Orazio. Mostacci, secondo l’accusa che lo riguarda in quest’ultimo procedimento, ha investito con la propria auto un immigrato.
Secondo il pm Maurizio Maria Cerrato si è trattato di «raid razzisti», compiuti con «assoluta brutalità morale» da coloro che volevano vestire i panni dei «giustizieri», agendo nei confronti di stranieri non comunitari «con evidente volontà di rinfocolare i conflitti razziali che covano sotto la cenere in tutto il territorio marsicano». Raid che, sempre in base all’accusa, hanno portato a cospargere di benzina e a incendiare l’auto di un marocchino, investito il giorno dopo perché aveva denunciato i presunti autori del rogo. Violenze che avrebbero portato a picchiare anche un altro straniero.
Il pm Cerrato ha concluso le indagini. Gli episodi contestati risalgono ai giorni precedenti al Ferragosto 2013. Sotto accusa, oltre a Mostacci, 27 anni, ci sono Dionisio Toracchio (30), Mario Porreca (24), Nello Del Gizzi (27), Christian Iacobacci (25), tutti di San Benedetto, e Alessandro Ferzoco (41), il carabiniere di Pescina.
Le accuse, per tutti, vanno dalle lesioni volontarie all’incendio doloso, con l’aggravante di avere agito in incitamento all’odio razziale e per futili motivi. Coinvolto anche un altro giovane, all’epoca minorenne, per il quale sta procedendo il Tribunale dell’Aquila. In quel periodo, la tensione per la vicenda immigrazione in paese, e in tutta la Marsica, era molto alta. L’episodio scatenante si ebbe con le rimostranze della moglie marocchina di uno degli aggrediti, K.S., 40 anni, per gli schiamazzi notturni di un gruppo di giovani che non facevano dormire il figlio piccolo.
Il marocchino intervenne a difesa della propria moglie e del piccolo ma venne picchiato e l’auto che aveva in uso venne presa a sassate. Fu costretto a rifugiarsi in casa, ma mentre contattava il connazionale proprietario della macchina, l’auto fu data alle fiamme. Tutto ciò mentre venivano pronunciate le frasi: «Negro, schiavo, figlio di p…, vi ammazziamo tutti». Mostacci, la notte del 12 agosto, sempre secondo l’accusa, raggiunse lo straniero, che nel frattempo aveva denunciato tutto ai carabinieri, investendolo volontariamente con la propria auto, per poi tornare indietro colpendolo con calci e pugni e procurando ad A.B., 42 anni, delle lesioni sul corpo giudicate guaribili in trenta giorni.
Un’accusa aggravata dal fatto di essere stata messa in atto al fine di conseguire l’impunità del delitto di incendio. Fu rono emessi dei provvedimenti cautelari con l’accusa di lesioni aggravate in concorso, incendio aggravato in concorso, con l’ulteriore circostanza aggravante di avere agito per motivi razziali.
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Mario Flamini Antonio Caputi, Anselmo Del Fiacco, Filippo Trinchini, Berardino Terra, Pasquale Milo, Quirino D’Orazio. La parte offesa è assistita dagli avvocati Luca e Pasquale Motta.