Avete mai sentito parlare di Zoom-Boom? Con questo gioco di parole inglesi si identifica un fenomeno recente, figlio della pandemia, che ha generato un’impennata di richieste di trattamenti estetici. Complice lo smartworking e soprattutto l’effetto “primo piano” degli schermi, gli italiani (ma non solo loro), sempre più immersi in lunghe riunioni via web, si sono all’improvviso visti più brutti. Inestetismi e piccole imperfezioni, che una volta sarebbero passati inosservati, sono stati impietosamente evidenziati dall’uso delle videocamere di accesso alle varie piattaforme di collaborazione a distanza. Così, con le riaperture, in tanti hanno deciso di correre ai ripari. L’intero settore della medicina estetica (e, in parte, anche quello della chirurgia) ha fatto registrare negli ultimi due anni una crescita mai vista. Abbiamo parlato dell’argomento con Domenico Piccolo, dermatologo di fama internazionale, responsabile dei noti centri medico-estetici Novea Skin Center di Avezzano, L’Aquila e Pescara. Ecco cosa ci ha raccontato.
“Il trend dei trattamenti estetici era già in crescita da circa un decennio, ma effettivamente negli ultimi due anni le richieste sono schizzate. La gente, dopo mesi di privazioni e l’accumulo di tante tensioni, ha cercato qualcosa che rinfrancasse lo spirito, oltre che il corpo. Il desiderio di prendersi cura di sé, di recuperare un po’ di autostima, dopo mesi vissuti a casa è stato fortissimo. E forse, complice anche la maggior disponibilità economica dovuta alla riduzione di spese per i viaggi, gli spostamenti, ma anche pranzi e cene fuori, le persone hanno investito di più nel proprio benessere personale, per sentirsi più belli e a posto con sé stessi”.
Ma che cosa hanno chiesto i pazienti alla medicina estetica post-pandemia?
“Lo smartworking ha portato viso e collo in primo piano. Quindi non stupisce l’impennata di richieste di iniezioni e peeling facciali, interventi che aumentano immediatamente la percezione di sé risultando poco invasivi. Noi alla Skin Center abbiamo avuto grande successo proponendo pacchetti combinati, che andassero a lavorare innanzi tutto sulla qualità totale del trattamento. Perché filler e botulino diventano poco efficaci se prima non si prepara il “terreno””.
Mi piace dire che la pelle è come un bel quadro antico: è inutile spendere tanti soldi per una cornice importante, se prima non restauro la tela…
“E quindi, oltre ai consueti trattamenti estetici, abbiamo proposto laser, luci pulsate, radiofrequenza ad aghi, che migliorano l’aspetto generale della pelle e la struttura del derma. In particolare, una tecnica con cui abbiamo ottenuto risultati incredibili è quella della cosiddetta TAR – Terapia Autologa Rigenerativa. Detto in parole semplici, si tratta di andare a prelevare in maniera semplice e minimamente invasiva del materiale adiposo da fianchi o addome, e sfruttare poi le cellule staminali in esso contenuto per reiniettarle nel volto e nel collo del paziente in modo da sfruttarne la capacità rigenerativa. Così si stimola la crescita e la rigenerazione di nuove cellule della pelle, del grasso e anche dei capelli”. (per la ricrescita dei capelli il dottor Piccolo ha brevettato un protocollo proprietario internazionale, di cui vi parleremo in una prossima occasione – ndr)
Cosa si augura per il futuro?
“Beh, indaghiamo in continuazione nuove tecniche e campi di applicazione, che consentiranno di migliorare ancora i risultati. Quello che mi auguro è che la gente abbia la possibilità di continuare a prendersi cura di sé e del proprio benessere psico-fisico, ma in un contesto psicologico generale decisamente più rilassato”.